Sulle implicazioni maschiliste di alcuni celebri cartoni Disney se ne sono dette e se continuano a dire tante. Anche Keira Knightley, in un’intervista con Ellen Degeneres, si è espressa sulla questione, dichiarando di impedire a sua figlia Edie, 3 anni e mezzo, la visione di Cenerentola e La Sirenetta, che non sarebbero un buon esempio femminista.

Keira Knightley è stata ospite di Ellen per promuovere il suo ultimo film firmato Disney, Lo Schiaccianoci, arrivato nelle sale italiane il 31 ottobre. Proprio lì l’attrice inglese ha parlato con orgoglio di sua figlia Edie, e di come la renda felice il pensiero che abbia tutte le porte spalancate, dal voler diventare una dentista fino a voler essere un leone. Ha però raccontato che alcuni celebri capolavori Disney sono stati banditi in casa per non promuovere un modello di donna che considera poco femminista:

Cenerentola è off-limits, perché la protagonista aspetta di essere salvata da un uomo ricco. Insomma, che si salvi da sola! Questo invece mi infastidisce, perché mi piace molto, ma anche ‘La Sirenetta’ per ora è tabù. Le canzoni sono bellissime, ma non puoi sacrificare la tua voce per un uomo.

Via libera invece a produzioni più recenti come La ricerca di Dory, Frozen e Oceania, che mostrano protagoniste femminili più indipendenti e storie meglio strutturate. In fin dei conti non è la prima volta che le principesse dei primi cartoni Disney vengono accusate di veicolare messaggi sbagliati, da una rappresentazione del corpo irreale alla dipendenza dagli uomini. 

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La riflessione attorno alla subalternità delle principesse Disney è quantomai attuale, soprattutto alla luce dell’evoluzione compiuta dalla celebre compagnia statunitense negli ultimi anni. Alle classiche fiabe dal plot semplice, dove spesso la protagonista femminile aveva bisogno di un principe per realizzarsi, si sono infatti sostituite eroine indipendenti e storie che non necessariamente ruotano attorno all’amore romantico ma a rapporti più complessi come quello madre-figlia (Ribelle) o quello tra sorelle (Frozen).

Tuttavia ci si potrebbe domandare quanto sia efficace vietare del tutto la visione dei cartoni più tradizionali che, al di là del ruolo femminile, veicolano comunque importanti messaggi come l’amicizia, il coraggio e la gentilezza. Chiudere gli occhi di fronte a una realtà che non ci piace forse non è il modo migliore per affrontarla. Un compromesso potrebbe includere la visione in compagnia dei genitori, che potrebbero spiegare alle più piccole come la salvezza non arrivi necessariamente da un uomo, e precisando bene come la storia di alcune principesse non debba essere per forza quella di tutte le principesse. Ovviamente Keira è libera di poter mostrare e non mostrare a sua figlia ciò che vuole e nessuno può insultarla per questo, ma i dubbi su questa forma di censura sono altrettanto leciti.

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