Perché alcuni scrivono e dicono Kiev e altri Kyiv (e la nostra scelta)

In questi giorni molti organi di stampa e governi stanno usando il nome ucraino della capitale, Kyiv, al posto del tradizionale Kiev. Lo fanno come simbolo di vicinanza alla causa ucraina. Questa, invece, è la nostra scelta.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina è salita alla ribalta una questione che, seppur ovviamente marginale rispetto ai tremendi scenari di conflitto cui stiamo assistendo in questi giorni, presenta comunque elementi che sono, sostanzialmente, legati alla ragione dei contrasti russo-ucraini.

Si tratta di una formalità linguistica che ha a che fare con la corretta pronuncia del nome della capitale ucraina, Kiev: il modo in cui gli italiani sono generalmente abituati a chiamarla, infatti, non è altro che una traslitterazione dal cirillico Киев, ovvero il nome russo della città. Per questo motivo, in questo momento c’è chi predilige chiamarla Kyiv (Київ), perché la versione “tradizionale” sarebbe una rappresentazione della forzata “russificazione” del Paese; in questo caso, la pronuncia occidentalizzata della città sarebbe Kyiv.

Come spiega la studiosa Nina Jankowicz probabilmente la pronuncia corretta del nome ucraino della città risulta difficile agli occidentali, motivo per cui si è largamente diffusa la versione “russa” del nome.

All’indomani della guerra, come mezzo per esprimere la propria vicinanza al Paese ucraino, più di un governo e svariati mezzi di informazione hanno iniziato ad adottare comunque il nome originale della città; e del resto lo stesso governo ucraino ha espressamente chiesto, già nel 2018, che fosse usata la versione Kyiv, attraverso una campagna di sensibilizzazione indirizzata al resto del mondo e sostenuta dall’hashtag #KyivNotKiev, tornato in trend durante i recenti avvenimenti.

Eppure, pur rispettando e tenendo in grandissima considerazione le scelte linguistiche attiviste, noi, seguendo la linea de Il Post, preferiamo continuare a utilizzare la pronuncia sempre usata finora: lo facciamo perché, in un momento di estrema confusione generale, preferiamo perseguire la chiarezza informativa e divulgativa, continuando a usare un linguaggio che sia fruibile a quante più persone possibile. Va in questa direzione, quindi, la scelta di continuare a usare la forma Kiev, che è ormai entrata a far parte della consuetudine italiana.

Appartenenti entrambe al ceppo slavo orientale, le lingue russa e ucraina hanno elementi comuni e differenze sostanziali, motivo per cui spesso una persona russofona non riesce a comprendere chi parla ucraino. Ma nel mondo occidentale il nome Kiev si è affermato nel periodo sovietico, ovvero tra gli anni ’60 e ’70, per via di elementi che fanno parte della cultura pop, come il calcio (grazie alla squadra della Dinamo Kiev) o la cucina (con la ricetta del famoso pollo alla Kiev).

Per questi motivi, preferiamo evitare di usare una forma non nota, rischiando che il pubblico non capisca che Kiev è Kyiv e pensi a un’altra città.

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