La crisi dilaga e le librerie chiudono

Jean- Luc Nancy scrive "La libreria è una profumeria, una rosticceria, una pasticceria: un'officina di sentori e di sapori attraverso i quali si lascia indovinare, supporre, presentire qualcosa come una fragranza o come un aroma del libro." Salviamo le librerie, salviamo la cultura, salviamo i piaceri che un libro ci offre perchè "Per alcune persone, i libri fanno la differenza tra felicità e infelicità, speranza e disperazione, una vita degna di essere vissuta e una orribilmente noiosa." (Anjali Banerjee, La libreria dei nuovi inizi, 2011).

Guardando il Tg1 delle 20.00 una notizia ha catturato la mia attenzione.

In un periodo di crisi, come quello che stiamo vivendo, il nostro paese, ahimè, è in ginocchio. La crisi ha ormai toccato tutti i rami della nostra economia e uno di questi, che mi sta molto a cuore, sono le librerie. Da Milano a Napoli, da Roma a Catania tutte le piccole librerie stanno pian piano chudendo. E’ stato riscontarato un calo nelle vendite del -8% solo nell’ultimo anno con circa un centinaio di librerie che hanno chiuso i battenti negli ultimi 2 anni. I motivi sono molti: dagli affitti troppo cari alla concorrenza spietata dei megastore in franchisng. E non ultima la sostituzione delle pagine con la super tecnologia che ormai la fa da padrona. E i proprietari che non vogliono arrendersi alla crisi devono inventarsi modi nuovi per non chiudere le proprie librerie, come ad esempio i libri a noleggio o i libri autografati dall’autore.

Mi sono venute così in mente tante domande per cercare di capire cosa stia succedendo in Italia e alla cultura italiana: il calo delle vendite si riferisce al fatto che sempre meno persone acquistano, e di conseguenza leggono, libri? O forse al fatto che i libri siano troppo costosi e qundi è uno di quei beni a cui si può rinunciare per tirare avanti? Oppure, le piccole librerie stanno soccombendo ai grandi bookstore che ormai aprono in tutto il mondo? A questo proposito mi viene in mente quel film con Meg Ryan e Tom Hanks “C’è post@ per te” in cui lei era proprietaria di una piccola libreria e lui era quello che, dovendo aprire un mega bookstore, l’avrebbe mandata in fallimento. L’ esempio è calzante direi.

Si sa, purtroppo, il pesce grande mangia il pesce piccolo; il concetto dell’Ostrica di Darwin che arrivò nella letteratura grazie a Giovanni Verga (tanto per restare in tema), e mi rendo conto che anche i mega book store abbiano il diritto di esistere. Ma vogliamo equiparare la bellezza e il fascino di una piccola libreria, in cui il calore umano del libraio e la sua professionalità, coinvolgono il lettore, lo rendono partecipe, alla cruda e fredda realtà di una grande magazzino?

Se qualcuno di voi ha letto “L’Ombra del Vento” di Zafòn capirà a cosa mi sto riferendo. Dietro a un libraio non c’è solo una persona, ma un’arte… l’arte del libro. Con questo mi riferisco al fatto che il libraio, il più delle volte, conosce tutti i libri che vende, è come un mago che ti legge la mano e riesce ad individuare i gusti e le passioni del probabile acquirente. Il libraio, per come la vedo io, è quasi una figura magica: lui non ha bisogno di comuter per ricordarsi il titolo di un libro, l’autore o una copertina.

Vi è mai capitato invece di avere e di vedere lo stesso amore per i libri nei mega book store??? Tu entri e magari non ti ricordi esattamente il titolo del libro o l’autore, o magari non sai dove trovarlo in quel grande negozio pieno di scaffali e quindi decidi di chiederlo a un commesso (che non è un libraio) e anche lui sa fare delle magie… già lui ha la sfera di cristallo… sì il monitor del computer che gli dice in che settore e in quale scaffale puoi trovare ciò che cerchi, ma nulla sà di cosa parla quel libro magari.

E dulcis in fundo parliamo degli e-book. Da qualche anno questi aggeggi super tecnologici hanno preso sempre più piede nelle nostre vite, fino a diventare perte essenziale di esse. Ormai tramite uno smartphon,un tablet o un pc puoi prenotare viaggi, stare sempre connesso ai social-network, leggere libri e prefino suonare uno strumento musicale. Ora io vorrei capire da quando in qua un asettico stumeto tecnologico ci ha tolto il piacere di alzarci dalla sedia e andare a vedere uno spettacolo teatrale, prenotare un albergo in agenzia, sfogliare le pagine ingiallite di un libro o addirittura lasciar scorrere i tasti di un vero pianoforte sotto le nostre dita???

Questa, tra le tante, è la cosa che mi fa più arrabbiare! So di essere una sostenitrice de “il progresso è regresso” , anche se il progresso in alcuni campi, tipo quelli medici o sulla ricerca, è una cosa che non cambierei mai; ma tutta questa digitalizzazione ci ha tolto il piacere di tanti attimi e situazioni che riempiono le nostre giornate. So che magari comprare un eBook è meno dispendioso che comprare la carta stampata, cosa del quale gli ecologisti saranno felici, ma volete davvero paragonare la sensazione di benessere che procura lo sfogliare quelle pagine, l’odore di un libro? Che odore hanno gli eBook? Non c’è piacere più grande che entrare in una libreria per scovare uno dei suoi tesori, prenderlo in mano, sfogliare quelle pagine e odorarne l’essenza.

Le librerie sono luoghi sacri per un lettore, luoghi in cui la vita acqusita colori nuovi, luighi di avventure, di storie d’amore; non sono solo negozi dove comprare un bene, per alcuni, i più fortunati, le librerie sono rifugi dalla realtà.

Quindi mi rivolgo a tutte le istituzioni e a tutti i lettori: fate in modo di salvare le piccole librerie, non solo per continuare a incentivare la cultura e l’economia Italiana ma anche perchè come scrive Edmondo de Amicis “Una casa senza libreria è una casa senza dignità, − ha qualcosa della locanda, − è come una città senza librai, − un villaggio senza scuole, − una lettera senza ortografia.”

E la casa in questo caso è la nostra patria, quella che noi chiamiamo…ITALIA!

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