La moglie di Brizzi: "Non posso portare la mia bimba al parco: anche questa è violenza sulle donne"

Claudia Zanella, moglie di Fausto Brizzi, in una lettera indirizzata a Repubblica chiarisce il suo pensiero sulla vicenda delle molestie sessuali nel mondo dello spettacolo, e spiega come la sua vita sia stata stravolta dallo scandalo che ha coinvolto il marito.

Di donne, nelle ultime settimane, ne abbiamo sentite parlare davvero tante. Tutte pronte a testimoniare la stessa drammatica situazione, tutte finalmente decise a denunciare, anche a distanza di anni gli abusi, le molestie, se non i veri e propri stupri subiti da produttori, registi, attori, giornalisti, politici. La lista degli uomini finiti nell’occhio del ciclone, accusati di aver approfittato del proprio ruolo di potere per estorcere favori sessuali o per lasciarsi andare a comportamenti decisamente sopra le righe, dietro l’assicurazione di un lavoro, di una parte in un film, o di un provino, è tristemente lunga, e il polverone alzato negli States dal caso Weinstein sta avendo ripercussioni dappertutto, anche in Italia.

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Ora a parlare è un’altra donna, vittima anche lei, non di uomo ma del tribunale mediatico. Claudia Zanella dal 2014, è moglie del regista Fausto Brizzi, l’uomo indicato da almeno dieci donne – fra cui l’ex Miss Italia Clarissa Marchese, l’unica che assieme alla modella Alessandra Giulia Bassi non ha voluto restare anonima – come il “malato di sesso” che avrebbe tentato approcci sessuali con le ragazze incontrate per appuntamenti di lavoro, chiedendo loro di spogliarsi o molestandole fisicamente.

Anche Claudia è un’attrice [ha conosciuto Fausto sul set del film Pazze di me del 2013, ndr.], anche lei conosce i meccanismi di un ambiente dove spesso il compromesso sembra essere la parola chiave per arrivare al successo, e di episodi come quelli denunciati dalle accusatrici di Brizzi se ne parla quasi quotidianamente. Ma ha le idee chiare, sia per quanto riguarda suo marito, sia per ciò che concerne il problema in generale, e alla fine ha deciso di prendere posizione e di scrivere una lettera indirizzata al direttore di Repubblica, pubblicata il 15 novembre 2017.

Ho iniziato a fare l’attrice a 11 anni, oggi ne ho 38 – si legge nelle righe scritte da Claudia –  In questi anni mi è capitato di sentire di tutto, racconti di molestie di produttori su attori e attrici, abusi di potere da parte di registi e casting (uomini e donne), avance ricevute poco gentili e decisamente fuori luogo. Ho anche conosciuto attori e attrici alla ricerca di notorietà a tutti i costi.

Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profondamente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata.

Però deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all’abuso dobbiamo correre dai carabinieri e denunciare; davanti ad un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco ‘no’, e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell’ambiente del cinema, della televisione e della moda.

Claudia parla poi nello specifico delle accuse mosse al marito, ribadendo giustamente l’importanza che nessuno sia ritenuto colpevole fino a prova contraria, e dichiarandosi dispiaciuta per i processi mediatici rivolti a Fausto Brizzi nei giorni seguenti alla rivelazione del suo nome da parte della trasmissione Le Iene, che per prima ha raccolto le testimonianze delle ragazze che hanno denunciato abusi e molestie.

Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto in questi giorni perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi spiace anche perché a prescindere dal fatto che l’imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali.

Naturalmente Claudia è convinta dell’innocenza del marito, e gli è vicina; semmai, precisa, alcune cose dovranno essere risolte nel loro privato, lontano dai riflettori e dall’esasperata attenzione cui la loro famiglia è stata sottoposta nelle ultime settimane.

Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza. Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato, come è giusto che sia. Devo capire se come moglie mi ha mancato di rispetto. Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio.

Già, Claudia Zanella ha un pensiero anche per la piccola Penelope Nina, di un anno e mezzo, e per il modo in cui questa faccenda abbia inevitabilmente stravolto anche le loro vite. Da cinque giorni, spiega, vivono praticamente barricate in casa.

... non posso nemmeno portare mia figlia al parco perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Anche questa può essere considerata violenza sulle donne: in questo caso io e mia figlia.

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