La piccola Elisa torna alla normalità: dopo il trapianto esce dall'isolamento

A distanza di cinque mesi dal trapianto di midollo osseo, la piccola Elisa di soli 3 anni e mezzo esce dalla camera sterile, in cui si trovava da diverso tempo, per tornare gradualmente alla normalità.

A distanza di cinque mesi dal trapianto di midollo osseo, la piccola Elisa di soli 3 anni e mezzo esce dalla camera sterile, in cui si trovava da diverso tempo, per tornare gradualmente alla normalità.

Una storia a lieto fine quella della bimba di Pordenone, cominciata nel’autunno del 2016, quando le fu diagnosticata una rara forma di leucemia molto aggressiva e diffusa su più organi. Dopo aver contattato diversi ospedali, la piccola è stata infine ricoverata presso il Dipartimento di onco-ematologia pediatrica e medicina trasfusionale del Bambino Gesù di Roma, diretto da Franco Locatelli.

Qui Elisa è stata sottoposta a diversi cicli di chemioterapia sperimentale in modo da guadagnare tempo in attesa del donatore di midollo osseo. A Natale la piccola rischio la vita a causa di una crisi, ma poi cinque mesi fa è arrivato il donatore, un italiano ma che non vive in Italia ed è voluto restare anonimo.

A fare la differenza è il mondo social. I genitori della piccola Elisa hanno infatti lanciato un appello su Facebook tramite la pagina “Salviamo Elisa”, che oggi ha oltre 50 mila sostenitori. Poi la cassa di risonanza di vip (ma non solo) come Fiorello e Anastacia ha permesso alla storia di Elisa di essere conosciuta in tutta Italia e anche fuori. C’è stata quindi la corsa delle persone a rendersi disponibili per un trapianto di midollo; evento di cui hanno beneficiato diversi pazienti in tutto il pianeta.

Ogni anno, in Italia, proviamo ad aiutare circa 800 bambine come Elisa – ha ricordato Rita Malavolta, presidente nazionale dell’Associazione donatori midollo osseo, ai microfoni de La Stampa – per una piccina che da oggi è uscita dalla fase acuta, abbiamo svariati altri casi che continuano ad essere in condizioni critiche. È fondamentale che l’eco di questa vicenda non si spenga: per diventare donatori bisogna avere un’età compresa fra i 18 e i 35 anni (ma si resta papabili fino ai 55), peso corporeo superiore a 50 chili e godere di buona salute. Entriamo a far parte del registro fin da subito e non aspettiamo quando è troppo tardi, vivendo di rimpianti per quello che avremmo potuto fare.

 

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