Questa proposta (definita “demenziale” dal centrodestra) introdurrebbe:

“[…] per tre anni un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande alcoliche con zuccheri aggiunti e edulcoranti, in ragione di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato, nonché a carico dei produttori di superalcolici in ragione di 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato“.

Dunque verrebbe applicata una tassa di 3 centesimi su ogni lattina di coca cola, aranciata o qualsiasi altra bibita gassata e zuccherata. E’ vero, si tratta solo di “un’ipotesi” per ora, ma se venisse attuata frutterebbe oltre 250 milioni l’anno e sapete per cosa verrebbero usati tutti questi soldi? Il ministro della salute dice che “sarebbero finalizzati ad interventi in campo sanitario e a iniziative di rafforzamento di campagne di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita“. Sempre secondo l’opinione del ministro della sanità un prelievo di 3 centesimi “non crea problemi ai consumatori né ai produttori, ma pubblica un segnale di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie, visto che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate“.

Vogliamo discutere l’assurdità di questa protesta? Dopo aver dissanguato famiglie e imprese con tasse su tasse, il governo Monti ora punta a tassare anche la nostra sete?

Senza considerare che -a detta loro- lo fanno per la nostra salute, sperando probabilmente di prevenire o sconfiggere l’obesità tassando le bibite! E pensare che io la vedo solo come l’ennesima scusa per spillare soldi dalle nostre tasche.
Chiamatela impressione, ma di questo passo le bibite faranno la fine dei carburanti…chissà se però i professoroni che se ne escono con queste genialate hanno tenuto in considerazione che non tutti i produttori di bibite sono colossi come la Coca-Cola, e a risentirne potrebbero essere anche molte aziende del nostro stesso paese!

Non c’è che dire, in attesa di riuscire a tassare l’aria che respiriamo, vogliono tassare le bollicine che beviamo! 

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