La "Venere" censurata da Facebook: scambiata per pornografia

C'è chi ha parlato di "censura" da parte di Facebook, chi ha criticato la scelta di cancellare "la rappresentazione preistorica della donna più popolare e più conosciuta in tutto il mondo". Un vero e proprio polverone che ha spinto Facebook a chiedere scusa.

La “Venere” di Willendorf, opera risalente a circa 30mila anni fa, è stata ritenuta pornografica da Facebook. Ad accorgersi che la foto era stata giudicata “inappropriata” dal popolare social network, e addirittura cancellata dal suo profilo, è stata un’appassionata d’arte italiana Laura Ghianda che ha denunciato pubblicamente l’accaduto. Facebook, dunque, aveva ritenuto che la “Venere” fosse troppo osé e dunque non in linea con le regole della comunità più partecipata al mondo. Ma, in realtà, non si trattava di una foto pornografica bensì di un’opera d’arte.

La foto della “Venere”, una statuetta di 11 cm con le sembianze di una donna nuda e giunonica che è stata scoperta all’inizio del XX secolo nel villaggio austriaco di Willendorf e poi esposta al Museo di Storia naturale di Vienna, era stata pubblicata su Facebook dalla Ghianda a fine dicembre. Dopo poco tempo era stata cancellata, poi – a distanza di mesi – la denuncia pubblica martedì scorso. Queste le parole di Christian Koberl, direttore del Museo di Vienna, ancora sconvolto per quanto accaduto:

Riteniamo che un oggetto archeologico, e in particolare un’icona di questo tipo, non debba essere vietato su Facebook, né debba esserlo nessun’altra opera d’arte.

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C’è chi ha parlato di “censura” da parte di Facebook, chi ha criticato la scelta di cancellare “la rappresentazione preistorica della donna più popolare e più conosciuta in tutto il mondo”. Un vero e proprio polverone che ha spinto Facebook, giovedì scorso, a chiedere scusa in un comunicato ufficiale, come riportato dal Corriere.it:

Ci scusiamo per questo errore e abbiamo fatto sapere all’inserzionista che approviamo il suo post. La nostra politica non consente la pubblicazione di nudità o nudità suggerite. Tuttavia facciamo un’eccezione per le statue, e dunque questo post avrebbe dovuto essere approvato.

Insomma il social network più popolare al mondo ha fatto mea culpa, un passo indietro ammettendo di aver sbagliato.

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