Lacoste, sostituito il logo del coccodrillo con animali in via d'estinzione

Edizione limitatissima: le polo sono solo 1.775, ovvero il numero di esemplari della specie ancora presenti in natura. Ad esempio ci saranno solo 30 polo con le icone della focena del Golfo di California proprio perché sono solo in 30 ad essere sopravvissute.

Lacoste rinuncia al suo storico logo, il coccodrillo, per una campagna di sensibilizzazione che sta già facendo parlare. L’azienda francese, infatti, ha deciso di sposare le questioni legate all’ambiante e al mondo animale con un’iniziativa – senza precedenti – che non passerà di certo inosservata e che farà incuriosire non solo i suoi clienti abituali ma anche i malati dello shopping. Il logo del brand, un coccodrillo (che richiama alla mente il soprannome del fondatore dell’azienda, ovvero il tennista Renè Lacoste) , non sarà più solo: sui capi di abbigliamento, come mostra un video di Lacoste, sono comparsi una serie di altri animali. Si tratta di dieci specie di animali in via d’estinzione.

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350 maglie, ad esempio, riporteranno il logo della Tigre di Sumatra o del rinoceronte di Giava. Una collezione che fa parte del progetto “SaveOurSpecies” e che è stata presentata a febbraio in occasione della “Fashion Week di Parigi”. Le maglie sono state vendute a un prezzo di 150 euro (anche se sono andate a ruba subito dopo la sfilata di Lacoste a Parigi). Attenzione, però, si tratta di un numero limitassimo di capi: in totale sono 1.775, tutte di colore bianco come le originali usate dal tennista francese negli anni ’30. Lacoste, dunque, rimane fedele alla tradizione ma osa cambiando il suo logo, storico e inconfondibile.

Il numero limitato delle polo, dunque, non è causale né si tratta di un’operazione di marketing studiata dai vertici dell’azienda. È tutto più semplice di come sembra: il numero 1.775 rappresenta il numero di esemplari della specie ancora presenti in natura. Ad esempio ci saranno solo 30 polo con le icone della focena del Golfo di California proprio perché sono solo in 30 ad essere sopravvissute.

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L’idea geniale è stata dello stilista portoghese Felipe Oliveira Baptista, come riportano le principali testate giornalistiche italiane e come conferma la stessa Lacoste in un video su YouTube.

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