L’amore accende il cuore, ma secondo un recente studio condotto in Italia è soprattutto il cervello ad essere stimolato. Almeno per quanto riguarda i ragazzi fra i 14 e i 19 anni.

La ricerca elaborata dall’Irccs Medea e pubblicata sulla rivista Brain and Cognition evidenzia come questo fenomeno si scateni soprattutto fra i ragazzi adolescenti, ma – in misura sensibilmente minore – si rileva anche in un cervello adulto. L’area cerebrale coinvolta è quella dove “viene codificata la consapevolezza emotiva legata alle parti del nostro corpo”.

Ad un gruppo di ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni è stato chiesto di pensare ad un verbo che descrive un’emozione e uno che descrive un’azione. I protagonisti delle due situazioni dovevano ovviamente essere loro stessi. Tramite una risonanza magnetica si è visto che immaginare verbi che descrivono situazioni emotive, come amare oppure odiare una persona, genera un incremento di attivazione in due aree del cervello.

Si tratta delle stesse zone de che si attivano quando incrementa la sudorazione per via di uno stato d’ansia oppure accelera il battito cardiaco per paura spiega Barbara Tomasino, responsabile del progetto. Per quanto riguarda, invece, il secondo compito – ovvero pensare ad un’azione – nessun incremento di attivazione cerebrale è stato registrato durante la risonanza magnetica.

“Non basta pensare al verbo amare – ha sottolineato la Tomasino come riporta TgCom24perché si attivino le aree cerebrali coinvolte nella decodifica di questa esperienza emotiva, ma occorre immaginare anche le sensazioni corrispondenti all’amore. Lo studio apre la strada verso l’approfondimento di quelle situazioni emotive che spesso si riscontrano in psicopatologia in ragazzi ed adulti sofferenti di ansia, fobie o depressione”.

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