Uno studio condotto su alcuni gruppi di agricoltori e pastori delle terre di confine tra il Tibet e la Cina rurale, ha rilevato che le donne lavorano più duramente degli uomini. Ma come si è giunti a questa conclusione?

Il campione di popolazione utilizzato per lo studio vive in un’area con un’enorme diversità culturale, e l’organizzazione all’interno delle varie famiglie risulta molto variegata. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Current Biology e hanno contribuito anche a fare luce sulla divisione di genere del lavoro in diversi tipi di società.

Nello specifico, la ricerca si è concentrata sui villaggi rurali con sei diverse culture etniche al loro interno. Grazie alla collaborazione con i ricercatori dell’Università di Lanzhou in Cina, gli autori della ricerca hanno intervistato più di 500 persone sul loro stato di famiglia dopo il matrimonio.

La forma di matrimonio più comune è quella in cui le donne sono le “disperdenti”. Lasciano quindi la loro casa natale per andare a vivere nelle immediate vicinanze della famiglia dello sposo. In questo caso è opportuno parlare di patrilocalità.

La neolocalità, invece, si verifica nel momento in cui entrambi i coniugi si allontanano dalle rispettive famiglie di origini dopo il matrimonio, andando a vivere in un nuovo posto lontano. Si parla invece di matrilocalità quando solo le donne a restare vicine alla famiglia d’origine e gli uomini le seguono. Un fatto che avviene molto raramente, così come la duolocalità, in cui nessuno dei due sessi esce di casa e marito e moglie vivono separati l’uno dall’altro.

Dopo l’intervista alle varie famiglie, i ricercatori hanno fatto indossare alle persone un tracker di attività (simile a un fitbit) per valutare i loro carichi di lavoro.

Le donne lavorano più degli uomini: i risultati della ricerca

La prima importante scoperta è stata che le donne lavoravano molto più duramente degli uomini e contribuivano a portare la maggior parte dei frutti del lavoro agricolo alle loro famiglie. Le donne, inoltre, compivano in media poco più di 12.000 passi al giorno, mentre gli uomini ne facevano poco più di 9.000.

Quindi si è riscontrato anche gli uomini lavoravano sodo, ma meno delle donne. Trascorrevano infatti più tempo in attività sociali o di svago, o semplicemente girovagando e riposando. Ma a cosa è dovuto questo diverso impegno nel lavoro?

Lo studio ha evidenziato che le donne, essendo fisicamente più deboli – in media – rispetto agli uomini, hanno un ‘potere contrattuale‘ ridotto se si trovano a dover convivere con la famiglia del loro sposo (si parla, quindi, di famiglie con patrilocalità). Senza parenti di sangue intorno a loro, potrebbero trovarsi in una condizione di ‘svantaggio’, e sarebbero quindi spinte a lavorare più duramente. E questo avviene nella maggior parte dei casi, essendo la patrilocalità così diffusa.

Si è anche scoperto che gli individui (sia maschi che femmine) che scelgono di andar a vivere lontano dalle loro famiglie di origine dopo il matrimonio hanno carichi di lavoro più elevati rispetto a quelli che rimangono con le loro famiglie natali. E anche in questo caso sono le donne a lavorare di più.

“Se sei una donna e ti allontani da casa al momento del matrimonio (come fa la maggior parte delle donne in tutto il mondo), soffri non solo in termini di mancanza della tua famiglia, ma anche in termini di carico di lavoro”, scrivono Yuan Chen e Ruth Mazza, i due autori principali dello studio.

“Quando entrambi i sessi si disperdono e nessuno vive con le loro famiglie natali, entrambi i sessi lavorano sodo (poiché c’è poco aiuto da parte dei parenti), ma la donna lavora ancora di più. Secondo il nostro studio, la perfetta parità di genere nel carico di lavoro si verifica solo nei casi in cui gli uomini si allontanano dalle famiglie di origine e le donne no”.

Più lavoro anche a casa

La disuguaglianza tra i sessi nel carico di lavoro persiste sia in casa che fuori. Oltre all’energia spesa per il lavoro nei campi è necessario faticare molto anche per l’allevamento del bestiame e per le faccende domestiche. Che, in genere, spettano in prevalenza alle donne.

“Il nostro studio ha fornito una prospettiva evolutiva sul motivo per cui le donne hanno maggiori probabilità degli uomini di sopportare un carico di lavoro pesante, ma le cose stanno lentamente cambiando“, hanno asserito Chen e Mazza. “Man mano che le donne creano sempre più famiglie lontano sia dalla propria famiglia che da quella del partner, il loro potere contrattuale sta aumentando. Ciò è ulteriormente rafforzato dai loro crescenti livelli di ricchezza, istruzione e autonomia autogenerate”.

Sarebbe quindi la progressiva autonomia delle donne nella società (anche in quella moderna industrializzata) a spingere gli uomini a lavorare di più e a darsi più da fare. “In definitiva, questi cambiamenti stanno portando gli uomini ad assumere un carico di lavoro crescente in molte società urbane, industriali o postindustriali”, hanno concluso gli studiosi.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!