Le parole di Marion Cotillard: una lezione di dignità ed educazione di cui abbiamo bisogno
"Puttana", "muori", "il tuo uomo è un cornuto": una riflessione sul caso di Marion Cotillard, a partire dalla lezione di stile ed eleganza della donna.
"Puttana", "muori", "il tuo uomo è un cornuto": una riflessione sul caso di Marion Cotillard, a partire dalla lezione di stile ed eleganza della donna.
Chi è cresciuto o vive in un paese lo sa bene: tutti sanno tutto di tutti.
Molto spesso anche prima del diretto interessato, spesso anche cose che il diretto interessato non sa e, salvo sue amnesie fulminanti, non sono accadute.
Il Web funziona un po’ allo stesso modo. Per definizione World Wide Web, in realtà molto spesso più che World (mondo), è un little village, un piccolo paese dove la gente, invece di mormorare, urla.
Già. Se sei la vittima di qualcosa di grave (che non ti sei cercata, chiaro!), allora Web e paese funzionano in modo simile: tutti sono pronti a darti una mano, esprimere solidarietà e a innalzare muri per difenderti (almeno finché la notizia è in trending topic in piazza o al bar). Se invece sei stato additato come il colpevole… Nel paese mormorano, salvo farti grandi sorrisi quando ti vedono, sul Web ti insultano pesantemente, nascondendosi dietro il nobile valore dell’onestà e senza manco preoccuparsi di verificare la veridicità della notizia prima di ricoprirti della loro frustrazione (cosa che non giustificherebbe in ogni caso la loro bestialità).
Se poi sei LA colpevole si aggiunge pure il peccato originale di Eva (una che se l’è andata a cercare e ha trascinato con sé anche il povero, imbelle, Adamo).
Secondo qualche stronzo senza una vita del paesino Web da ieri, 21 settembre 2016, data dell’annuncio di divorzio tra Brad Pitt e Angelina Jolie, causa della separazione sarebbe l’attrice francese Marion Cotillard (vedi storia di Adamo), che aspetterebbe pure un pupo dal fedifrago seriale Pitt.
Peccato che nel paesino reale gli stronzi senza vita si trovino al baretto di paese o all’uscita da messa a compensare la loro insoddisfazione cronica spalando il loro concime umano sulla tua e non si registrino mai folle di inetti, leggi codardi, insoddisfatti andare sotto il naso della colpevole di turno a urlarle in faccia “troia”, “muori”, “ucciditi”, “cornuto il tuo compagno” (alla Cotillard questo e altro). Nel paesino Web invece… Chissà come mai, diventano tutti coraggiosi giudici, feroci e brutali, disposti a versare sangue (e a chiederne) perché giustizia – quale? – sia fatta.
Ieri è stato il turno della riservata attrice francese, costretta suo malgrado a violare l’abituale privacy, non tanto per difendere se stessa ma coloro che ama. Qui il suo post su Instagram, dopo che il suo account è stato preso letteralmente d’assalto da un esercito di utenti violenti, sguaiati e disumani.
Questa sarà la mia sola e unica reazione, premette l’attrice:
Non ho l’abitudine di commentare o di prendere sul serio le assurdità che si dicono sul mio conto, ma questa volta la situazione sta prendendo una tale piega e coinvolgendo le persone che amo che non posso non esprimermi.
Per prima cosa, ho incontrato tanti anni fa l’uomo della mia vita, il padre di nostro figlio e del bebè di cui siamo in attesa oggi. Lui è il mio amore, il mio migliore amico e l’unico uomo di cui ho bisogno.
Quindi l’attrice risponde ai beninformati che la vorrebbero devastata per l’accaduto:
Questo tipo di aberranti invenzioni non mi tocca in nessun modo.
E per concludere, alla stampa, a coloro che odiano, ai troll e simili che hanno il giudizio così veloce io auguro di cuore… una pronta guarigione.
Detto questo e un po’ più seriamente, auguro a Angelina e Brad, due persone per le quali ho profondo rispetto, di trovare la pace in questo momento di tumulto.
Con tutto il mio amore.
Marion
Ma la questione in realtà non è neppure questa. E apprezzata l’eleganza e la dignità mite di Marion Cotillard, sarebbe bello immaginare un mondo (World) Wide Web civile, dove l’educazione sia ancora un valore e la gente abbia una vita da vivere e, al bisogno, paghi uno specialista per farsi aiutare, invece che sfogare la noia e la frustrazione dell’essere dei disadattati sociali sugli altri.
Vale anche per il mondo reale.
A proposito di cose reali, nel cosiddetto mondo virtuale ci sono le stesse persone che possono girare per strada senza neppure avere obbligo di firma e che stasera, noi o qualcuno che amiamo, potremmo incontrare. O ci sentiamo tutti tranquilli perché quelle bestie siamo noi?
Giornalista professionista e direttrice responsabile di Roba da Donne. Per Einaudi ha scritto il saggio "Libere. Di scegliere se e come avere figli". È autrice di "Rompere le uova", newsletter sui diritti riproduttivi, che sono anc...
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