Quando parliamo di violenza di genere molto spesso ci riferiamo (o pensiamo) a quella di tipo prettamente fisico, in seconda battuta a quella psicologica, quasi mai invece a quella economica, che pure è statisticamente la forma di violenza che crea un terreno fertile anche per le altre. Se non si è economicamente indipendenti, infatti, scegliere di andarsene da una situazione abusante diventa più difficile: così, molte donne restano al fianco del loro stesso aguzzino, perché da questi dipendono.

Secondo i dati più recenti riportati nel dicembre 2021 nel rapporto annuale di D.i.Re – Donne in rete, l’associazione che raccoglie oltre 80 centri antiviolenza in tutta Italia, una donna su tre che vi si rivolge è a reddito zero (32,9%), meno del 40% può contare su un reddito sicuro. Parliamo tuttavia di un fenomeno sommerso perché poco conosciuto motivo per cui il 33,4% (1 donna su 3) vittima di violenza economica potrebbe essere in realtà molto più alto.

Anche per questo, per diffondere consapevolezza ed educazione sul tema, Global Thinking Foundation ha realizzato Libere di… VIVERE, il primo docufilm che, mescolando interviste reali a storie cinematografiche, affronta questo fenomeno esteso ma poco noto, e che prende origine e nome dalla mostra itinerante del fumetto, che in tre anni ha coinvolto più di 5.000 visitatori in 21 tappe.

Nata con lo scopo di “sostenere, patrocinare e organizzare iniziative e progetti che abbiano come obiettivo l’alfabetizzazione finanziaria rivolta essenzialmente a soggetti indigenti e fasce deboli”, infatti, Global Thinking Foundation si occupa dal 2016 dell’educazione finanziaria di donne, bambini e bambine con una serie di attività culturali e formative: tra cui il progetto Libere di Vivere di cui il docufilm è un naturale e coraggioso punto di approdo, e la sensibilizzazione anche tramite i canali social di Roba da Donne e la rubrica I soldi delle donne.

In Libere di… VIVERE si intrecciano quattro storie vere di donne vittime di violenza di genere, a cui si aggiunge il monologo interpretato da un’attrice che, mescolando realtà e finzione, ci apre gli occhi su questa realtà terribile.

Ne ha parlato, durante l’anteprima al Cinema Anteo di Milano lunedì 9 maggio, Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation; e abbiamo poi approfondito il tema con Antonio Silvestre, che ha scritto e diretto il docufilm, prodotto da Mario Tani per MAC Film.

Ecco le loro parole:

Claudia Segre: “Vogliamo proseguire con il nostro lavoro”

A spiegare l’importanza del docufilm, e a sottolineare gli obiettivi importanti già raggiunti nei tre anni di progetto dedicato all’indipendenza economica e finanziaria delle donne Claudia Segre, presidente di GLT e attivista sulla parità di genere.

Quando sei anni fa con Maurizio Bernardo abbiamo per la prima volta discusso di un glossario di educazione finanziaria, di una progettualità legata alla fondazione appena nata lui mi disse ‘ Tu sei una visionaria, anche un po’ folle, però sono convinto che farai grandi cose’.

Il terzo settore e la filantropia può essere molto di più che semplicemente dei progetti, può essere vero cambiamento, vera inclusione e tutto questo grazie a una società civile che diventa più responsabile.

In tre anni i progetti formativi hanno raccolto oltre 6500 donne, abbiamo 80 volontarie in Italia e 12 in Francia che lavorano sul territorio nazionale, sono 380 le donne che hanno avuto accesso agli sportelli nell’ultimo anno e mezzo, quindi un grandissimo lavoro di tutti noi ed è bello essere qui a riflettere su questo lavoro che abbiamo fatto tutti noi e vogliamo ancora proseguire.

“Una grande responsabilità”: Antonio Silvestre, il regista

Il regista Antonio Silvestre

Il regista del docufilm, Antonio Silvestre, ci ha raccontato sensazioni ed emozioni legate allo sviluppo del progetto.

Tutto nasce da un incontro con Claudia Segre – dice – avevamo una conoscenza comune ed è stato organizzato un incontro per parlare di Libere di… VIVERE, un progetto che esiste già da 3 anni e che è ben radicato, non solo in Italia ma anche all’estero.

Mi hanno proposto di girare un docufilm, e chiaramente ho cercato di fare mie alcune testimonianze; ho incontrato persone che hanno vissuto sulla loro pelle disagi importanti, mi sono reso conto di ciò che volevamo, cioè fare un quadro molto preciso della violenza di genere, che è molto radicata, a partire da quella economica, che spesso ha luogo nelle mura domestiche, in una condizione che dovrebbe essere tranquilla, familiare, e che invece spesso degenera, e poi ovviamente le forme di violenza che tutti noi conosciamo, che sono quelle psicologiche, fisiche, fino, in qualche caso, agli omicidi.

Abbiamo fatto nostre tutte queste storie, valutato quelle che fossero più funzionali e poi abbiamo cercato di renderle omogenee in una storia che avesse un racconto, perciò abbiamo usato il linguaggio del docufilm, perché potevamo fondere insieme una ricostruzione cinematografica, delle testimonianze reali e poi abbiamo fuso insieme un terzo elemento utilizzando la coreografia di uno dei balli più passionali, il tango, in tre coreografie in cui raccontiamo i tre momenti chiave di una storia amorosa che poi sintetizzano quello che che le donne ci hanno raccontato: c’è l’idillio, l’innamoramento, poi la sofferenza, ovvero il momento della violenza, e infine il momento della rinascita, quando incontriamo una realtà che pensiamo non ci porti nulla di buono e invece ci ricrediamo.

Silvestre ha anche un’idea precisa sullo scopo del docufilm:

Credo che sia un film assolutamente necessario, dove le persone che si troveranno a guardarlo sulla piattaforma al momento della distribuzione si renderanno conto che questa è una realtà che non può più esistere, che è necessaria una rivoluzione culturale, che tollerare certi comportamenti non è più accettabile. Non è un film bello o brutto, ma necessario.

Ma cosa dire a proposito del fatto che il mettere insieme le testimonianze vere di donne vittime di violenza sia stato un compito assegnato a un uomo?

È il punto chiave del docufilm – spiega Silvestre – quando ho incontrato Claudia mi sono sentito travolto dalla passione con cui raccontava la loro attività, ma soprattutto a disagio per un attimo, perché mi stava investendo di una grandissima responsabilità. È facile trovare l’antagonista del film, l’uomo è cattivo, ma questo non è il messaggio che si vuol dare, che è invece quello di educare gli uomini fin da piccoli. Se i genitori non danno l’educazione ai ragazzi fin da bambini non ci può essere quella rivoluzione culturale di cui parlavo prima, invece è molto importante che riusciamo a invertire le cose, perché quello che ascoltiamo quotidianamente è la realtà”.

Il docufilm, il tour e le date

Le date del tour Libere di… Vivere sono in continuo aggiornamento e disponibili sul sito liberedivivere.com.

Attrici protagoniste: Stefania Pascali e Giulia Cappelletti
Fotografia: Nicola Saraval
Montaggio: Daniele Tullio
Musiche: Maestro Matteo Sartini
Le coreografie di tango sono state affidate a Laura Borromeo, e portate in scena con Tabata Caldironi e Julio Alvarez, sulle note della Hyperion Ensemble.

Questo il link a cui vedere il trailer ufficiale del docufilm.

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Global Thinking Foundation nasce nel 2016 con lo scopo di promuovere l’educazione finanziaria, con una particolare attenzione alle donne e all’uguaglianza di genere.

  • I soldi delle donne