Se vivi in una di queste 13 città italiane ogni volta che respiri ti avveleni
Il dossier Mal’aria 2022 di Legambiente fotografa una situazione drammatica in 13 città italiane, in cui l'aria è sostanzialmente irrespirabile.
Il dossier Mal’aria 2022 di Legambiente fotografa una situazione drammatica in 13 città italiane, in cui l'aria è sostanzialmente irrespirabile.
Livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti: in Italia, il cocktail tossico dell’inquinamento atmosferico sta raggiungendo livelli sempre più cronici. Una situazione che la stagione autunnale rischia solo di peggiorare. Quella attuale si conferma come una delle più calde e meno piovose in Italia, in particolare nelle regioni nord-occidentali: il risultato è che i dati sono peggiori anche rispetto a quelli del 2019, l’anno pre-pandemia.
In 13 città, la situazione è già oltre la soglia critica. A dirlo è il report di Legambiente “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” che, nell’ambito della campagna Clean Cities, fa il punto sulla qualità dell’aria e sulle politiche di mobilità urbana delle città oggetto della campagna da inizio 2022 ai primi di ottobre.
I risultati non sono rincuoranti. Torino, Milano e Padova sono già fuori dai limiti di legge per quanto riguarda il PM10, che non deve superare una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo per un periodo superiore a 35 giorni e che, invece, lo ha fatto per 69, 54 e 47 giornate. Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento, mentre va meglio a Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che se hanno tutte già superato la doppia cifra.
I dati registrati dalle centraline non rispettano nemmeno i valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: secondo l’OMS, infatti, il PM10 non dovrebbe superare i 15 microgrammi/metro cubo, il PM2.5 i 5 microgrammi/metro cubo e l’NO2 i 10 microgrammi/metro cubo.
La media annuale dei valori di PM10 nelle città italiane è superiore alle indicazioni di percentuali che oscillano dal +36% di Perugia fino al +121% di Torino e +122% di Milano. Se pensate che la situazione sia grave, quella dei PM2.5 è peggiore: «lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano». Male – in alcuni casi malissimo – anche per l’NO2: i valori medi superano quelli fissati dall’OMS per cifre che variano tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.
Considerando che è sui valori fissati dall’OMS che dovrà allinearsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria – prevista entro l’anno – l’Italia si candida a ricevere nuove procedure d’infrazione, oltre alle 3 multe miliardiarie che già gravano sul nostro paese.
Ma l’impatto economico non è che uno degli effetti drammatici dell’inquinamento dell’aria: ben più preoccupante è quello sulla salute. Non solo una nuova ricerca ha mostrato gli effetti degli agenti inquinanti – e in particolare della qualità dell’aria – sull’incidenza dei tumori e la mortalità per cancro, ma come ricorda Legambiente l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Un morto per inquinamento su 6 in Europa (il 17%) è italiano, secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente).
Per invertire la rotta e raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di neutralità climatica fissati dall’UE, l’Italia deve accelerare il processo di decarbonizzazione. E deve farlo ora.
Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili. Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021.
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, spiega quanto sia urgente agire, e quali siano le strade per farlo. “Strade”, in senso quasi letterale, visto che un elemento chiave, in questo campo, è la mobilità:
È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane.
Dopo l’allentamento delle restrizioni antinquinamento negli anni della pandemia – che hanno permesso a molti mezzi altamente inquinanti di tornare in circolazione – ripartire è ancora più complesso, e ancora più necessario. Come ha spiegato Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente,
La sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa.
Legambiente ha indicato la via verso una mobilità pulita, elencano alcuni punti necessari per ridurre le emissioni inquinanti o climalternanti, dedicando focus appositi nel dossier Mal’aria 2022 alle iniziative locali:
Sotto l’obiettivo ci sono in particolare Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bergamo, Padova, Parma, Prato, che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con 100 città europee. Il divario tra i dati attuali e la neutralità, però, è ancora drammaticamente alto, come mostrano i numeri del report. Vederli nel dettaglio aiuta a comprendere quanto.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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