I mal di testa non sono tutti uguali, ma sono estremamente comuni, e possono affliggere le persone a causa di stress, uso eccessivo di medicinali, mancanza di sonno e molto altro. La ricerca dell’Università norvegese di scienza e tecnologia, pubblicata su The Journal of Headache and Pain, fa luce su quanto sia comune il mal di testa.

Il professor Lars Jacob Stovner, primo autore dello studio, e i suoi colleghi hanno analizzato 357 articoli pubblicati tra il 1961 e la fine del 2020. Sebbene gli articoli provenissero da Paesi diversi e anche periodi di tempo diversi, gli scienziati hanno studiato i dati per esplorare la prevalenza dei disturbi del mal di testa nel mondo.

I risultati hanno rivelato che più della metà della popolazione mondiale (il 52%) ha un disturbo di cefalea attivo, durante l’anno. Anche se nello studio non è stato possibile capire quale tipo specifico di mal di testa sia più comune, circa il 7% della popolazione globale soffre di emicrania e quasi il 9% soffre di un mal di testa di tipo tensivo ogni giorno. Ovvero una persona su sei.

Un altro dato interessante è che la prevalenza dei disturbi della cefalea varia in base al sesso: le donne colpite da emicrania in un anno sono il 17%, rispetto all‘8,6% degli uomini.

Stovner ha specificato alla stampa che i risultati dello studio variano da Paese a Paese, poiché i risultati possono dipendere da come vengono condotti gli studi.

I mal di testa possono dipendere da molteplici fattori: la genetica di un individuo, lo stress, i problemi del sonno e l’uso eccessivo di farmaci. “Questo è qualcosa che i servizi sanitari devono prendere sul serio. Dobbiamo informare il pubblico, i responsabili delle decisioni, i servizi sanitari … su questo enorme problema di salute pubblica”, ha affermato Stovern, come riporta il Guardian.

Peter Goadsby, professore di neurologia al King’s College di Londra ed esperto di emicrania, che non è stato coinvolto nella ricerca di Stovern, ha dichiarato al Guardian che condizioni come l’emicrania sono invalidanti per coloro che ne soffrono, e che è importante non solo un maggiore riconoscimento di questo disturbo, ma anche più trattamenti e investimenti per la ricerca.

Gli investimenti del consiglio di ricerca sono pietosi e imbarazzanti quando si pensa che siano gli emicranici a essere una buona parte degli attuali contribuenti“, ha sottolineato Goadsby.

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