L’espressione “madri bambine” ci fa pensare alla condizione di molte ragazze nei paesi in via di sviluppo o ai drammatici casi di violenza che spesso balzano agli onori delle cronache quando lo Stato, che dovrebbe tutelare la vittima, le usa una violenza ancora maggiore impedendole di abortire il frutto dello stupro.

Eppure, i dati mostrano che il fenomeno è molto più vicino – e comune – di quanto non potremmo pensare. Secondo uno studio condotto alla fine del 2021 dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano, infatti, nel capoluogo lombardo e in tutta la regione il numero delle gravidanze precoci è in crescita. Un fenomeno che l’impatto della pandemia potrebbe aggravare.

Ogni anno, infatti, «almeno una studentessa rimane incinta: una per ogni Istituto di scuola superiore, una ragazza ogni 400 della stessa età». Nel 2019, in Lombardia hanno partorito 110 ragazze tra i 14 e i 17 anni d’età, 317 hanno interrotto volontariamente la gravidanza e 7 sono andate incontro ad aborti spontanei.

A essere interessata è soprattutto la fascia d’età tra i 14 e i 15 anni e alcune zone della regione sembrano essere più colpite da questo fenomeno, secondo lo statistico demografico Massimo Cartabia: le province di Cremona e Pavia a sud e Sondrio al nord, infatti, presentano tassi di parto tra le minorenni superiori a quelli delle altre fasce d’età della popolazione in età fertile.

Una precisazione è necessaria: il fenomeno delle gravidanze precoci in Italia – come chiarisce il comunicato stampa dell’Istituto Mario Negri – è oggi piuttosto circoscritto, ed è più diffuso nel mezzogiorno che in Lombardia. Interessa «1.3 parti ogni mille», un dato nettamente inferiore, ad esempio, di quelli delle nazioni dell’Est Europa dove i tassi sono anche 20 volte superiori, come accade in Bulgaria.

Nondimeno, i numeri stanno aumentando. Un dato preoccupante, in controtendenza rispetto a quello degli ultimi dieci anni, che ha visto una riduzione del 20% del numero di parti tra madri minorenni. Le cause?

Il livello di autostima è spesso basso, fenomeni di depressione sono frequenti, così come i disturbi alimentari o l’abuso di sostanze, più spesso nelle giovani madri che vivono in condizioni di deprivazione sociale ed economica. Condizioni che coinvolgono anche i bambini sin dai primi mesi di vita per un aumentato rischio di abuso, trascuratezza e disturbi cognitivi.

Ha spiegato Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica.

Circa la metà delle madri sono straniere, un terzo delle coppie genitoriali è straniera, la quasi totalità delle madri è nubile e senza un’occupazione lavorativa stabile. Generalmente, al momento del parto i bambini pesano di meno rispetto a quelli nati da madre adulta, con un rischio quasi doppio di dover essere trattenuti in ospedale per qualche giorno.

L’esperienza della maternità è un evento speciale nella vita di una donna che dovrebbe essere vissuto in serenità, anche perché risultato di una scelta partecipata. Nel caso delle mamme minorenni il rischio di disagi nello studio (abbandono), sul lavoro, nelle relazioni famigliari, nella pianificazione e conduzione di un progetto autonomo di vita è maggiore che non nelle donne adulte.

Ha detto ancora Bonati.

Programmare interventi educativi precoci atti a migliorare la conoscenza sessuale e la consapevolezza dei rischi legati alle gravidanze indesiderate è fondamentale, dice l’Istituto, per prevenire questo fenomeno, così come incoraggiare e sostenere la contraccezione e «una sessualità divertente e consapevole».

L’educazione sessuale, però, non basta: la parità di genere, in famiglia, a scuola e in ogni contesto sociale «è la migliore strategia anche per proteggere le gravidanze precoci e le altre violazioni dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza».

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