Un famoso detto cita: “Non tutto il male vien per nuocere”. E forse questa parole possono trovare conferma anche in quello che è accaduto ad una giovane donna californiana di 32 anni la cui storia può sembrare a dir poco sconvolgente. Come mai? Scopriamolo insieme.

A questa donna, madre di 4 figli, nei mesi scorsi è stato erroneamente diagnosticato un tumore all’utero e alle ovaie. I medici, riscontrando una forma particolarmente aggressiva di cancro, hanno optato per la rimozione dei suoi organi riproduttivi per aumentare le aspettative di vita della paziente. Vi state chiedendo cosa c’è di strano in questa diagnosi che, purtroppo, colpisce ogni anno migliaia di donne? Ebbene: il tumore diagnosticato è stato causato da un’immagine erroneamente scansionata dalla PET/CT. Durante l’esame, infatti, l’inchiostro dei quattordici vistosi tatuaggi della donna presenti nella zona inguinale ha falsato la risoluzione della lastra e ha fatto supporre ai medici che il cancro cervicale fosse particolarmente esteso.

Vi state chiedendo come un simile errore può accadere utilizzando apparecchiature tecnologiche come quelle di cui sono dotati oggi gli ospedali americani? È presto detto. Prima dell’esame, alla paziente è stato iniettato un liquido di contrasto radioattivo utilizzato per far risaltare come punti luminosi gli eventuali tumori. La presenza di molte tracce luminose sulla scansione alterate involontariamente dall’inchiostro dei tatto, quindi, ha fatto supporre ai medici che il tumore si fosse già esteso ai linfonodi. Un intervento di isterectomia e la conseguente rimozione dell’utero, della cervice uterina, delle tube di Falloppio e dei linfonodi pelvici sono parsi ai chirurghi la soluzione più valida e risolutiva. Successivamente, però, analizzate le cellule cancerose è emerso che le stesse altro non erano che i depositi dell’inchiostro dei 14 tatuaggi che la donna aveva su cosce e gambe. Il dott. Ramez Eskander CBS, chirurgo responsabile dell’intervento e assistente professore clinico di Oncologia Ginecologica presso l’Università della California  Irvine Medical Center ha dichiarato:

Quando si fa un tatuaggio in zone così vicine ai linfonodi, il rischio che l’inchiostro possa alterare certe tipologie di esami è assolutamente fondato.

Ma, come dicevo all’inizio, non tutto il male vien per nuocere. Nel caso di questa madre californiana, infatti, l’intervento di isterectomia si è rivelata ugualmente necessario. A seguito dell’asportazione totale i medici hanno riscontrato ugualmente un numero di cellule tumorali presenti in uno dei linfonodi pelvici. Queste cellule, tuttavia, sarebbero state troppo piccole per essere riscontrate dai medici senza un esame approfondito di questo tipo. Senza la falsa immagine alterata dai tatuaggi, quindi, la micrometastasi sarebbe passata del tutto inosservata. I medici dell’equipe americana che ha in cura la donna sono, quindi, concordi nel sostenere che facilmente il tumore sarebbe stato diagnosticato solo in una fase molto avanzata. La donna, invece, dopo l’intervento di isterectomia non presenta segni di recidiva del cancro e le sue prospettive di vita sono incoraggianti.

Tuttavia, il dott. Ramez EskandeEskander ha recentemente pubblicato i risultati dell’anomalo intervento ginecologico in una nota rivista americana nella speranza che questa isterectomia limite possa servire come avvertimento per possibili future diagnosi errate dettate da immagini alterate dalla body art.

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