La menopausa è raramente un argomento di discussione aperta sul posto di lavoro, nonostante il fatto che quasi la metà della popolazione mondiale sperimenti (o sperimenterà) questo processo di transizione naturale che segna la fine del ciclo mestruale e della fertilità di una donna.

Secondo uno studio della Society for Endocrinology, una donna su quattro sperimenterà gravi disturbi durante la menopausa. Questa spesso si interseca con una fase critica della carriera. Di solito si verifica tra i 45 e i 55 anni, che è anche la fascia di età durante la quale è più probabile che le donne assumano posizioni importanti.

Questo significa che milioni di donne in menopausa stanno ottenendo ruoli dirigenziali e di leadership mentre sperimentano sintomi da lievi a gravi come depressione, ansia, privazione del sonno e deterioramento cognitivo.

Una recente analisi di Korn Ferry rileva che le donne occupano solo il 25% circa delle posizioni dirigenziali. Alcuni ricercatori suggeriscono che anche l’età sul posto di lavoro gioca un ruolo nell’esclusione delle donne dalle posizioni più importanti, proprio a causa dei sintomi talvolta molto gravi della menopausa. Eppure si parla ancora troppo poco di questo pressante problema.

“Troviamo le donne che invecchiano in qualche modo usa e getta o marginali, quindi non mi sorprende che qualcosa che colpisce in particolare le donne anziane non desti molta preoccupazione”, ha spiegato Chris Bobel, professore associato di studi di genere presso UMass Boston. E così molte donne in menopausa, per quanto valevoli dal punto di vista professionale, vedono la loro carriera fermarsi bruscamente a causa di un cambiamento del tutto naturale che invece di essere compreso dai datori di lavoro spesso causa semplice fastidio.

La situazione in Italia: lo studio di Essity

In Italia il problema del lavoro in menopausa è ancora marginale, ma l’interesse verso questo tema sta pian piano crescendo.

Essity, multinazionale leader nei settori dell’igiene e della salute (i suoi brand più conosciuti sono TENA, Nuvenia, Tempo) si è sempre dimostrata particolarmente sensibile a questo tema e fatto partire diverse campagne educative in merito per aumentare la consapevolezza all’interno della società.

A questo fine, Essity ha portato avanti un massiccio studio internazionale sulla menopausa intervistando 16.000 persone provenienti da 11 Paesi, tra cui l’Italia. La ricerca ha messo in luce quanta ignoranza ci sia ancora intorno al tema della menopausa, anche a causa del tabù che interessa da sempre questa condizione femminile, per quanto assolutamente naturale.

Lo studio ha visto la somministrazione di due questionari a due gruppi eterogenei di donne: il primo gruppo era composto da 500 donne non ancora entrate in menopausa; il secondo era composto sempre da 500 donne, ma già in menopausa.

Nel secondo campione, ossia quello delle donne in menopausa, 7 donne su 10 erano lavoratrici (45% full-time e 26% part-time). Solo il 6% ha ammesso di usufruire di permessi specifici per la menopausa, e solo il 3% di questi permessi sono retribuiti. Il 13% ha dichiarato di aver dovuto prendere giorni di ferie a causa del malessere accusato. Solo il 7% ha dichiarato il aver ricevuto sostegno e comprensione da parte del datore di lavoro e il 20% ha ammesso di aver potuto godere del supporto dei colleghi.

Il 61% delle donne che hanno preso parte alla ricerca si è dimostrato favorevole all’introduzione di permessi retribuiti alle donne in menopausa. Solo il 17%, si è invece opposto a tale eventualità, dichiarando di poter fare a meno dei permessi speciali, siano essi retribuiti o non retribuiti.

Gran parte delle donne in menopausa che hanno partecipato allo studio ha ammesso che i sintomi della menopausa sono durati oltre 5 anni. Il 40% ha dichiarato di aver dovuto lavorare anche in condizioni di stanchezza estrema; il 24% ha lamentato una scarsa concentrazione, il 16% difficoltà di memoria e l’8% una grande difficoltà di concentrazione. Il che dà un’idea di quanto impellente sia il problema, che richiede una soluzione quantomai veloce.

Permessi retribuiti, orari di lavoro flessibili, una maggiore comprensione da parte dei datori di lavoro e la promozione di un dialogo più aperto (anche tra donne) sono senza dubbio passaggi fondamentali affinché qualcosa cambi da questo punto di vista.

Certo, il primo passo da fare è sensibilizzare il più possibile il pubblico su questa condizione femminile troppo a lungo taciuta. Si stima che nel 2030 ci saranno circa 1,2 miliardi di donne in menopausa, eppure solo ora la questione sta ottenendo una risonanza maggiore rispetto al passato. C’è però ancora molto da fare.

In questo, Essity ha saputo muoversi con grande prontezza instaurando un dialogo costruttivo e aperto sul tema del corpo femminile cercando di abbattere i soliti tabù. “Essity è da sempre al fianco delle donne e si impegna ogni giorno ad abbattere le barriere al benessere, compresi gli stigmi, i tabù e il silenzio che troppo spesso circondano la menopausa” ha dichiarato Massimo Minaudo, Country Manager Italia presso Essity. “Vogliamo essere un partner di fiducia per tutte le donne che affrontano la menopausa sul posto di lavoro, con i nostri prodotti, ma soprattutto facendo emergere le loro voci”.

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