Arrivano a migliaia in Europa ogni anno, costretti a lasciare i Paesi di origine per via della guerra o per problemi economici. Sono i minori stranieri non accompagnati – così ufficialmente definiti (msna) – bambini, o poco più, che giungono sul suolo europeo nella speranza di trovare un futuro e una vita migliore, ma che in molti casi finiscono per scomparire ed essere dimenticati persino da organi di governo e istituzioni.

Quello dei minori stranieri non accompagnati è uno dei fenomeni più seri e controversi della crisi migratoria di questi anni, un fenomeno diffuso, quanto, purtroppo, poco indagato e conosciuto, su cui si sta cercando di fare maggiore chiarezza.

I dati raccolti da Lost in Europe

Si è stimato che tra il 2018 e il 2020 siano stati 18.292 i minori stranieri scomparsi. Il dato ci giunge da Lost in Europe, un collettivo di giornalisti investigativi provenienti da 12 Stati europei, tra cui Italia, Olanda, Belgio, Germania, Francia e Regno Unito, che da tempo si impegnano per fare luce sulla questione, scoprire cosa sia successo ai bambini scomparsi e fornire dati puntuali su un fenomeno allarmante, spesso trascurato o taciuto in molti degli Stati coinvolti.

Come riporta l’articolo della giornalista greca Elli Zotou, la ricerca, condotta sotto la guida della data journalist Adriana Homolova, si basa sull’analisi dei dati disponibili a partire dall’ottobre 2020 nei 27 Stati membri dell’UE e nel Regno Unito, tratti principalmente dall’ultimo rapporto dell’European Migration Network (EMN) della Commissione europea (2020) – una rete istituita dal Consiglio dell’Unione Europea con la finalità di fornire informazioni aggiornate in materia di immigrazione e asilo alle istituzioni comunitarie e degli Stati membri – dai rapporti di Eurostat e dalle informazioni ricevute da autorità e agenzie di ogni Paese.

Dai dati elaborati emerge che il Paese in cui si registra il maggiore numero di minori scomparsi è l’Italia: 5.775 tra il 2019 e il 2020, quasi 8 al giorno. Segue il Belgio (2.642), la Grecia (2.118), la Spagna (1.889) e la Slovenia (1.736).

I numeri più bassi sono registrati da Svezia (448), Polonia (62), Norvegia (45), Finlandia (14), Portogallo (13), Moldavia (2) e Cipro (1).

Sempre stando ai dati di Lost in Europe, la maggior parte dei minori che scompaiono sono maschi (il 90%) e hanno più di 15 anni. I Paesi di provenienza con il maggior numero di scomparse registrate di minori non accompagnati sono Marocco, Algeria, Eritrea, Guinea e Afghanistan, a cui seguono Tunisia, Mali, Costa d’Avorio, Somalia ed Egitto.

Secondo Brian Donald, il capo dello staff di Europol – l’agenzia dell’Unione Europea finalizzata alla lotta al crimine nel territorio degli Stati membri – che fu tra i primi a lanciare l’allarme nel 2016, molti dei giovani di cui si perdono le tracce potrebbero essere caduti nelle reti criminali di sfruttamento, tra cui bande di drogati e trafficanti di esseri umani, o essere stati venduti nell’industria del sesso. Altri potrebbero aver continuato il loro viaggio verso altre destinazioni europee senza denunciarlo.

Come riporta Ansa, nel periodo della pandemia da Covid-19 non è diminuito lo sfruttamento dei minori stranieri: sono soprattutto le giovani ragazze di origine nigeriana e quelle provenienti dall’Europa dell’Est ad essere sfruttate sessualmente, e vendute su Internet dai propri sfruttatori perché impossibilitate dal periodo a stare sulla strada. Lo spiega Antonella Inverno, responsabile infanzia di Save the Children Italia, che da dieci anni si occupa del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati.

Il disinteresse degli Stati e i dati parziali

La ricerca effettuata da Lost in Europe ha evidenziato la presenza di dati parziali e approssimativi, in alcuni casi del tutto assenti. Una condizione che rende complessa un’analisi precisa della portata e della gravità del fenomeno.

Ad esempio, le cifre sopra riportate che riguardano Spagna, Belgio e Finlandia arrivano al 2019 invece che al 2020, mentre addirittura Francia, Regno Unito, Bulgaria, Romania e Danimarca non forniscono nessun dato. Ciò fa anche supporre che il totale dei minori non accompagnati scomparsi sia ben superiore rispetto a quello riportato in apertura.

In particolare, la Gran Bretagna non raccoglie le informazioni a livello centrale, quindi non ha potuto fornire il dato ai giornalisti dell’inchiesta condotta da Lost in Europe.

In Belgio, invece, i dati giungono da tre diverse fonti  (Child Focus, Fedasyl, Guardianship Service) e ognuna di queste fornisce numeri differenti, rendendo impossibile una puntuale registrazione del fenomeno.

La Danimarca ha invece dichiarato di non segnalare i minori che scompaiono dai centri, perché si considera un paese di transito e ipotizza che questi proseguano il loro viaggio verso altre destinazioni del Nord Europa, tra cui Svezia e Norvegia. Inoltre, in Danimarca spesso la difficoltà di tenere le statistiche è dettata dal fatto che molti dei minori spariscono prima ancora di essere registrati oppure spariscono e ritornano, un processo che, a detta delle istituzioni danesi, risulta molto complesso e poco tacciabile.

Un’argomentazione simile è fornita dalla Germania, secondo la quale dei dati attendibili sono pressoché impossibili perché possono verificarsi non di rado più registrazioni della stessa persona a causa di diverse ortografie del nome o perché mancano i documenti d’identità, problema denunciato anche da Olanda, Belgio e Austria.

L’incompletezza e inefficienza dei dati e delle operazioni di controllo e gestione del fenomeno non sono però rilevabili solo a livello locale, ossia ad opera di organizzazioni e istituzioni dei vari Paesi membri dell’Unione Europea, ma anche a livello centrale, da parte delle varie istituzioni europee, tra cui le già citate Europol, Eurostat e l’Easo (European Asylum Support Office).

Come riporta Ansa, il commissario agli Affari interni Ylda Johansson ha raccomandato la necessità per gli Stati membri di agire al fine di prevenire la scomparsa dei minori migranti attraverso “la raccolta dei dati e la cooperazione tra Stati“, una strategia efficace e fondamentale per tracciare e contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori non accompagnati, che al momento sembra essere una seria priorità solo per il collettivo di giornalisti di Lost in Europe.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!