È un addio commosso, dignitoso, sofferto, quello che il centro sociale Leoncavallo dà a Carmen De Min, una delle sue “mamme” storiche, scomparsa a Milano a 88 anni.

De Min, originaria del Bellunese, è stata una delle fondatrici del gruppo “le mamme del Leoncavallo” nato verso la fine degli anni ’70 in seguito agli omicidii di Fausto (Fausto Tinelli) e Iaio (Lorenzo Iannucci), giovanissimi militanti ammazzati a colpi di pistola poco lontano dalla sede del centro e dalle loro abitazioni, in via Mancinelli.

Difficile dire qualsiasi cosa – scrivono sulla pagina ufficiale del centro sociale per salutare la “mamma” – Qui dalla Cucina che tu hai creato, dove i muri parlano ancora di te… Della tua tenacia, della tua forza…
Sei stata talmente presente nella vita di tante persone che nel dolore di perderti ti ricorderanno per sempre con gioia sapendo tutto quello che hai fatto per gli altri.

Mamma antifascista, sempre in lotta, con te abbiamo viaggiato fin dall’altra parte dell’oceano. Da te sono partiti incontri inaspettati; abbiamo parlato, discusso, progettato e organizzato tante di quelle iniziative politiche che metterle tutte in fila impegnerebbe un libro intero.

A chi ti è stata vicino e ti ha voluto bene va la nostra riconoscenza e gratitudine.

A te Carmen i nostri saluti più dolci.

Carmen De Min era cresciuta antifascista, fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando non riusciva a dimenticare il sangue lasciato dai nazisti anche nelle sue zone, a Chies d’Alpago; diventata frontaliera in Svizzera e poi sindacalista in fabbrica e abitante del Casoretto, il 18 marzo 1978 fu la data che segnò per lei la svolta: mentre l’Italia tremava per il rapimento di Aldo Moro e lo sterminio della sua scorta, a Roma, era ancora negli occhi di tutti,  due attivisti del Leoncavallo, poco prima di arrivare a piedi nell’ex deposito dell’omonima via, furono investiti da una pioggia di proiettili.

I loro nomi erano Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due ventenni che stavano indagando sul giro di eroina di via del Casoretto. Sulla scia delle Abuelas di Plaza de Mayo, in Argentina, scese in piazza per conoscere il destino dei loro figli e nipoti desaparecidos sotto la dittatura di Videla, le mamme dei ragazzi del Leoncavallo scesero di stringersi, idealmente e fisicamente, attorno a quella di Fausto Tinelli, Danila Angeli, dando vita a un movimento spontaneo che pretendeva giustizia e verità per quei due ragazzi tragicamente uccisi.

“Me ciami Carmen, ma me disen Pirelli in lotta”, diceva Carmen De Min, che divenne una delle presenze fisse nella manifestazioni di strada, con lo striscione “Mamme Antifasciste del Leoncavallo” o sul palco delle varie sedi del centro sociale, e fu protagonista durante gli sgomberi del 1989 e del 1994.

Ex partigiane, casalinghe, operaie di lungo corso, le mamme del Leoncavallo hanno combattuto pacificamente per dare uno spazio di libertà e di aggregazione ai loro figli, e per difendere l’antifascismo: lo hanno fatto anche durante le manifestazioni di antisgombero del centro sociale, nel 1994, ad esempio, quando il Leoncavallo dovette cambiare quartiere, occupando l’ex cartiera di via Watteau a Greco.

E anche se la verità sugli assassini di Fausto e Iaio, purtroppo, non è mai arrivata nonostante le inchieste, Carmen De Min e le altre mamme del Leoncavallo hanno comunque scritto un pezzo di storia.

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