Muore e lascia l'eredità da un milione di euro ai suoi cani e ai randagi

Ai suoi due cagnolini ha lasciato 20mila euro mentre alle associazioni che si occupano dei randagi della città sono andati 890mila euro tra titoli azionari, un immobile e denaro liquido posseduti dall'ottantenne dal cuore grande.

Gli ultimi anni di vita li aveva trascorsi con i suoi due cagnolini che gli hanno tenuto compagnia fino alla fine, fino a quando ha esalato l’ultimo respiro. È la storia di un uomo di 80 anni, residente in provincia di Pavia, che ha lasciato tutta la sua eredità ai suoi amici a quattro zampe. Lui, che non aveva né eredi diretti né moglie né tanto meno figli, ha deciso di premiare Piccola e Jack, i suoi cagnolini. E c’è di più: parte dell’eredità è stata destinata anche alle associazioni del territorio che si occupano dei randagi della città.

Un gesto nobile che è stato raccontato sulle pagine de “La Provincia pavese” secondo cui ai suoi due cagnolini, una meticcia e un cocker, sono andati la bellezza di 20mila euro che, ovviamente, saranno amministrati da un tutore il quale dovrà prendersi cura dei due animali e a cui non dovrà far mancare nulla per volere del suo padrone, ormai deceduto. Alle due associazioni che si occupano dei randagi della città sono andati circa 890mila euro tra titoli azionari, un immobile e denaro liquido posseduti dall’ottantenne dal cuore grande.

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“Quando il mio cliente ha scritto il suo testamento ha espresso la volontà che i cani fossero affidati ad un vicino di casa e che l’uomo avesse a disposizione la somma di 20mila euro da destinare esclusivamente alla cura degli animali” ha dichiarato l’avvocato Francesca Zambonin che ha raccolto le volontà testamentarie dell’80enne benestante ed amante degli animali. L’identità dell’anziano, però, non è stata svelata per rispettare la sua privacy.

Un uomo che, grazie alla sua eredità, darà un futuro dignitoso a Piccola e Jack, i due cagnolini che gli hanno tenuto compagnia fino alla fine, oltre ai tantissimi cani e gatti meno fortunati di loro e che sono “coccolati” da un’associazione per randagi.

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