"My Hobbit Life": la compagnia dell'anello (italiana) è già in viaggio

Dall'Abruzzo alla Campania nove ragazzi con la passione per Tolkien, hanno scelto di intraprendere un cammino ispirato alle avventure del celebre libro. L'intento è quello di raccogliere fondi per realizzare, vicino Chieti, un villaggio simile a quello di Frodo e Bilbo Baggins.

La compagnia dell’anello è arrivata nel nostro Paese. No, non si tratta di Elijah Wood o Orlando Bloom ma di nove ragazzi italiani che hanno intrapreso un viaggio, ispirato al mondo dello scrittore J.R.R. Tokien. La loro terra di mezzo si trova tra l’Abruzzo e la Campania, la meta è il Vesuvio, dove Nicolas Gentile e i suoi compagni d’avventura hanno intenzione di distruggere l’anello.

Il progetto è nato alcuni anni fa, quando Nicolas, ideatore dell’iniziativa, è tornato a Bucchianico, paese in provincia di Chieti di cui è originario. Il ragazzo aveva capito di avere un sogno nel cassetto da dover realizzare: creare un villaggio hobbit in Abruzzo ispirato ai libri de Il signore degli anelli.

Per farlo, aveva bisogno di fondi e così, dopo aver creato la sua pagina My Hobbit Life, Nicolas, che nella spedizione è l’hobbit Sam, ha radunato i suoi compagni di viaggio: Davide – migliore amico di Nicolas anche nella vita – interpreta Frodo, Merry, è Giovanni di Lucca, che nella vita fa il bancario. Pipino, è Stefano che fa l’illustratore a San Benedetto del Tronto mentre Francesco, fotografo naturalista nel Parco Nazionale d’Abruzzo è l’elfo Legolas. Poi ci sono Riccardo di Vicenza che studia fisioterapia ed interpreta Boromir, e Cristian nelle vesti di Arangor.  Il loro percorso attraversa l’Abruzzo, il Molise e la Campania ed è fatto tutto a piedi, ricreando il più possibile la vita bucolica della Contea che tanto ha fatto sognare i fan di Frodo e company. Intervistato da Sky Tg24, il ragazzo ha raccontato il suo piano.

Il progetto è realizzare una grande casa Hobbit di circa 400 metri quadrati con gli interni simili a quelli del film: corridoi tubolari con stanzette e caminetti e altre quattro case più piccole completamente interrate come le vere case Hobbit. Ma non per farne un parco divertimenti, come quello in Nuova Zelanda, dove non è possibile risiedere, ma con l’obbiettivo di offrire a tutti un’esperienza di un’alternativa di vita. Certo sarà un agriturismo, perché deve avere una definizione burocratica, ma io lo vedo come un rifugio per viandanti che prima di tutto vengono a trovare me e la mia famiglia.”

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