Nicoletta Romanoff, il dolore dietro il successo: “Con mio fratello è morta una parte di me”

Parlando della morte del fratello, Nicoletta Romanoff nel libro "Come sono diventata me" scrive: "quel giorno la parte migliore di Nicoletta andò via con lui”.

C’è un dolore che non si cancella, che scava silenzioso e profondo. Nicoletta Romanoff, attrice elegante e riservata, oggi 45 anni, ha deciso di raccontarlo. Lo ha fatto in un’intervista intensa al Corriere della Sera, in cui ha aperto il suo cuore e condiviso il trauma che ha segnato per sempre la sua esistenza: la perdita di suo fratello.

“Con mio fratello morì una parte di me”, confessa l’attrice.

Romanoff racconta come quel legame fraterno, così intenso e irrinunciabile, sia diventato l’asse attorno a cui ha ruotato tutto il suo percorso interiore. Un’assenza diventata anche spinta creativa, elaborata nel tempo e raccontata nel suo libro autobiografico Come sono diventata me.

“Nel libro Come sono diventata me, racconto quel giorno in cui la parte migliore di Nicoletta andò via con lui”, spiega.

Dietro il lutto, c’è anche un’intimità fatta di gesti e parole conservate con cura:

“Quando litigavamo, poi ci scrivevamo lunghe lettere per fare pace, e le lettere non sono scritte in posta, le ho conservate tutte. Sono complicata.”

Il debutto con Gabriele Muccino: “Mi recai al provino di nascosto”

La carriera di Romanoff svolta nel 2003 con Ricordati di me di Gabriele Muccino, dove interpreta Valentina Ristuccia, un personaggio audace e ambizioso che le fa guadagnare l’attenzione del grande pubblico.

Romanoff racconta un retroscena sorprendente sul provino:

“Mi recai al provino di nascosto, con un’amica. Non avevo nulla da perdere. C’erano 600 ragazze.”

E alla fine scelsero proprio lei:

“Sono perfezionista, che è anche un difetto, perché non ti godi le cose. Concentratissima, sapevo la parte a memoria, avrei potuto dire le battute pure al contrario. Gabriele mi fece urlare tante volte per scaricare la tensione.”

A darle fiducia, registi come Carlo Verdone, con cui ha lavorato nel film Posti in piedi in Paradiso:

“Verdone mi ha diretta in Posti in piedi in Paradiso, un maestro gentile”

Una donna tra nobiltà e fragilità

Nicoletta Romanoff non è solo un volto del cinema italiano. È anche discendente della dinastia imperiale russa dei Romanov, un’eredità che porta nel cognome e nello sguardo fiero. Ma la sua forza più autentica si trova nella capacità di affrontare il dolore, di attraversarlo senza negarlo.

Oggi è una donna che si definisce complicata, perfezionista, ma anche grata. La fede ha avuto un ruolo fondamentale nel sostenerla nei momenti più bui. E il suo racconto, oggi, è un invito a non nascondere le proprie ferite, ma a trasformarle in consapevolezza.

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