*** Aggiornamento del 17 dicembre 2021 ***

Sembra essere arrivato a una svolta il caso del falso ginecologo che molestava donne e ragazze con il pretesto di effettuare visite, ovviamente false, online. La polizia, su delega della Procura di Taranto, ha infatti effettuato una perquisizione nell’abitazione di un quarantenne che sarebbe stato identificato proprio come il presunto ginecologo.

Avrebbe contattato e molestato più di 400 donne in tutta Italia, dimostrando di essere in possesso di informazioni personali, fra cui gli esiti di vari esami, e convincendole di avere infezioni vaginali gravi per indurle a spogliarsi in videochiamata in quella che spacciava come una visita per via telematica.

Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati schede sim, supporti di memoria e smartphone; a permettere l’identificazione dell’uomo l’analisi di dati telefonici e telematici, oltre agli accertamenti effettuati su file audio delle telefonate che le vittime hanno registrato. Fondamentale è stato proprio il ruolo delle giovani donne finite nella rete del finto ginecologo, che hanno sporto denuncia in massa presso gli uffici della Polizia Postale e hanno fornito informazioni preziose per poter risalire all’identità dell’accusato.

A far partire la denuncia era stata Noemi De Vitis, che noi abbiamo ascoltato in merito alla vicenda, riportata nell’articolo originale, e che oggi finalmente può esultare per quella che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere la fine dell’incubo.

Fonte: instagram @noemidevitis

Per adescare le sue vittime, secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe partito dalla consultazione di portali di annunci di compravendite on line.

*** Articolo originale del 3 novembre 2021 ***

Una denuncia social sta scoperchiando un vero e proprio vaso di Pandora su un fatto gravissimo che pare non essere un caso isolato.

Tutto è partito da una serie di storie pubblicate da Noemi De Vitis, studentessa, trovatasi suo malgrado coinvolta in una vicenda di molestie a sfondo sessuale, cui hanno fatto seguito decine di messaggi, tutti denuncianti la medesima situazione.

Abbiamo contattato telefonicamente De Vitis per avere delucidazioni e aggiornamenti sulla questione, e quanto ci ha detto ha davvero dell’assurdo.

Questi, molto sinteticamente, i fatti riassunti dalla ragazza: il 1° novembre un uomo le telefona con un numero privato spacciandosi per un medico, snocciola alcuni suoi dati personali che la rassicurano sul fatto di stare parlando davvero con un professionista e poi, millantando una presunta infiammazione, le chiede altri dati molto intimi e, in una videochiamata su Zoom, di spogliarsi per “capire meglio la situazione”.

De Vitis a quel punto si insospettisce, capisce che qualcosa non va e chiede lumi al suo ospedale di riferimento, a Tricase, nel leccese, che le conferma i suoi sospetti: quella procedura non è prevista, e nessuno conosce quel medico.

Da lì De Vitis decide di pubblicare alcune storie sul suo profilo Instagram per spiegare punto per punto quanto successo, e, grazie anche alla ricondivisione dell’attivista Carlotta Vagnoli, vengono alla luce decine di testimonianze che affermano di aver subito esattamente quanto capitato alla ragazza, non solo dalla Puglia, ma anche da Lombardia, Toscana, Piemonte.

Le testimonianze, in continuo aggiornamento, sono nelle storie in evidenza di De Vitis: Denunciate.

Alcune segnalazioni, ci ha spiegato De Vitis, sono piuttosto datate, risalendo addirittura al 2014, il che dà da pensare che questa persona già da tempo stia portando avanti questa orribile pratica.

Anche se le denunce arrivano da regioni diverse – ci spiega – io sono quasi certa che sia la stessa persona. La descrizione della voce, calda, impostata, senza accento, il fatto che usi dati sensibili molto personali, che faccia domande estremamente intime e miri alla sessualità delle ragazze e donne che contatta sono tutti elementi che mi fanno pensare che sia sempre la stessa persona. Cambia nome ogni volta, ma il modus operandi è lo stesso, per tutte.

Già quanto raccontato da De Vitis dovrebbe dare l’idea della gravità della situazione: parliamo di una persona (o più, perché nonostante tutto questa ipotesi non si può escludere) che ha accesso alle informazioni ospedaliere delle pazienti, e ad altri dati personali – alcune ragazze hanno segnalato di essere state contattate persino sul posto di lavoro -.

Che sia un medico, un OSS, un infermiere, o una persona estranea alla professione ospedaliera, ma con evidenti ramificazioni all’interno delle strutture, non è ovviamente dato saperlo, ma appare chiaro vi sia un grave problema riguardante la privacy delle pazienti.

La cosa però assume ulteriori contorni di gravità quando De Vitis ci racconta di essersi recata presso la sede locale della polizia per denunciare il fatto, e di essersi sentita rispondere:

Di maiali al mondo ce ne sono a bizzeffe.

Dalle testimonianze che ci ha raccontato De Vitis, pare che al momento questo individuo (per semplicità parleremo al singolare) non usi le immagini e video che riesce a ottenere dalle ragazze, spesso molto giovani, per fare del revenge porn, ma “solo per uso personale”. Nonostante questo, il quadro non è certo meno grave; come De Vitis, ciascuna delle vittime si sente legittimamente spiata, violata nella propria intimità, impaurita e ingannata.

A una donna, malata oncologica, ha telefonato dicendole di avere una brutta notizia, che aveva avuto una ricaduta del tumore – continua De Vitis – sempre per arrivare lì, a fare domande sulla sua vita sessuale. È ignobile e non ha ritegno per niente e nessuno. Anche le ragazzine più giovani, vengono ingannate puntando sul loro imbarazzo; lui dice loro cose tipo ‘So che il tuo problema dipende dalla masturbazione, se non ne parli tu devo chiamare i tuoi genitori’, e loro si fidano.

La sola cosa che è stata consigliata di fare a De Vitis è rivolgersi alla polizia postale, e la ragazza sta attualmente cercando di radunare quante più vittime possibile nella sua zona, la Puglia, per fare una denuncia collettiva.

Se anche voi siete state vittime di qualcosa di simile, e avete ricevuto chiamate del genere, contattate De Vitis. È importante diffondere al massimo questa notizia e radunare il maggior numero di segnalazioni possibile per cercare di fermare chi sta portando avanti questo orrore.

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