#nonèdamaschio: InspiringGirls contro gli stereotipi di genere

Cos'è e come funziona la campagna, promossa in Italia da Valore D, che offre modelli e punti di riferimento per le giovani. Con l'aiuto di Antonella Celletti, Kiara Fontanesi, Teresa Agovino, Arianna Pomposelli.

La prima pilota donna della compagnia di bandiera Alitalia, una calciatrice della nazionale di Calcio a cinque, un’ingegnera ambientale con la passione per la matematica, una campionessa mondiale di motocross. Quattro donne, quattro role model, che svolgono lavori tradizionalmente e culturalmente da uomini. E raccontano come hanno sconfitto gli stereotipi di genere. Sono questi i presupposti alla base della campagna #nonèdamaschio di InspiringGirls, progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D, in partnership con Eni, Intesa San Paolo e Snam.

Attraverso il racconto di queste quattro donne, la campagna punta a smontare lo stereotipo secondo cui alcuni lavori o attività sarebbero più adatti ai ragazzi rispetto alle ragazze o viceversa: i cosiddetti “lavori da maschio” o “lavori da femmina”.

Protagoniste della campagna sono Antonella Celletti, la prima pilotessa donna della compagnia di bandiera Alitalia e attuale comandante della compagnia stessa. C’è poi Kiara Fontanesi, prima donna a vincere quattro mondiali consecutivi di motocross e sei volte campionessa del mondo; Teresa Agovino, ingegnera ambientale con la passione per la matematica e per la sostenibilità e, infine, Arianna Pomposelli, calciatrice di calcio a cinque della nazionale italiana e fondatrice di un progetto sociale, Be Brave. nato per avvicinare le ragazze al calcio.

La campagna verrà sponsorizzata anche sui social, in particolare Tik-Tok e Instagram, con il lancio della challenge #nonèdamaschio, con cui tante ragazze e ragazzi condivideranno dei video nei quali con simpatia e ironia mostreranno che non esistono passioni “da maschio” o “da femmina” e inviteranno altre ragazze a condividere le loro storie. Come ha dichiarato Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D:

“Cambiare la narrazione e diffondere modelli alternativi è cruciale per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che influenzano i nostri figli fin da piccoli. Già a 11 anni le ragazze immaginano il loro futuro legato a professioni tradizionalmente femminili o di cura, ad esempio l’insegnante, la veterinaria, la cuoca, e non si immaginano a svolgere professioni che percepiscono più adatte ai maschi quali l’ingegnere, il medico e l’informatico”.

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