Noura Hussein oggi ha 19 anni e vive in Sudan. Quando aveva 13 anni è stata costretta, come altre spose bambine, a sposarsi con un uomo più anziano di lei e suo parente stretto. Nel 2012 si sposa quindi con solo rito religioso e per tre anni la zia riesce a salvare la nipote dall’obbligatoria “consumazione del matrimonio”. Ma una volta sedicenne, Noura viene costretta a sposarsi anche legalmente e a trasferirsi a casa del marito.

Noura si rifiuta di avere rapporti con un uomo che non ha scelto e lui, in risposta, per consumare il matrimonio, si fa aiutare dai cugini chiamati a controllare che da quel momento fossero sposati anche di fatto. La seconda volta che l’uomo ha tentato di stuprarla, come racconta La Repubblica, Noura è riuscita a difendersi con un coltello da cucina e ferisce l’uomo, che poco dopo muore; lei, sconvolta dall’accaduto, torna alla casa dei genitori. Dopo il racconto, Noura, anziché trovare conforto, viene subito portata alla polizia dal padre stesso e viene disconosciuta dall’intera famiglia.

Nello stesso anno si svolge il processo: Noura viene condannata per omicidio volontario, in quanto, secondo la legge, non le viene riconosciuto lo stupro coniugale. Pochi mesi dopo arriva la condanna alla pena di morte e ora Noura attende nel carcere femminile di Omdurman la sua esecuzione, che avverrà tra meno di due settimane.

Nel mondo intero si stanno mobilitando associazioni, enti e persone comuni per difendere Noura ed evitare, si spera, l’uccisione.  #justiceforNoura è l’hashtag scelto per combattere a nome di Noura e di tutte quelle giovani donne che a causa di una società maschilista diventano oggetti di uomini molto più grandi di loro.

Antonella Napoli, giornalista e presidente di Italians for Darfur ha raccontato sui social la storia di Noura e cerca di raccogliere più firme possibili per scarcerare la ragazza. La vice presidente della Camera, Mara Carfagna si sta rivolgendo all’ambasciatore italiano a Karthum Fabrizio Lobasso e all’ambasciatrice sudanese in Italia Amira Gornass per ottenere un giusto processo per Noura. Anche Amnesty International chiede un nuovo processo e scrive al Presidente del Sudan di liberare Noura da questo incubo.

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