Omofobia e transfobia punibili come il razzismo: la nuova legge svizzera

La Svizzera modifica il suo Codice Penale rendendo reati l'omofobia e la trasfobia, punibili come le discriminazioni etniche e religiose con pene fino a tre anni di reclusione. Un grande passo avanti per la tutela della dignità umana e per i diritti delle persone LGBTQ+.

In un periodo dove parlare di diritti civili non è poi così semplice, dove sembra di vivere in un “medioevo digitale” di insulti e discriminazioni gratuite, arrivano comunque buone notizie per la comunità LGBTQ+ e per tutti coloro che la sostengono.

La news arriva direttamente dalla Svizzera e costituisce un passo molto importante per la tutela dei diritti di tutti i suoi cittadini: omofobia e transfobia saranno punibili come il razzismo, con la pena di reclusione che può arrivare fino a tre anni.

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A stabilirlo il Consiglio Nazionale che ha optato per la modifica del Codice Penale nel quale l’argomento non veniva trattato. Le discriminazioni punibili, infatti, riguardavano unicamente l’etnia, la religione e il colore della pelle. Questo vuoto giuridico, quindi, lasciava totalmente senza tutela un vasto numero di persone costrette a subire discriminazioni senza potersi appellare a nessuna legge o normativa.

A proporre il cambiamento è stato il consigliere socialista Mathias Reynard, da anni baluardo della parità dei diritti e sostenitore della comunità omo-transessuale svizzera. La nuova normativa, approvata dal Consiglio, prevederà che le infrazioni verranno perseguite d’ufficio, cosa che succede anche nei casi di razzismo. A opporsi, per la maggioranza, sono stati solo i sostenitori dei partiti cattolici che non ritenevano necessaria la modifica.

Questa la dichiarazione di Reynard che annuncia tramite il suo Twitter ufficile la vittoria.

Un grande passo avanti che rende la discriminazione in base all’identità sessuale e a quella di genere un reato perseguibile e punibile per legge. Niente più affermazioni che possono ledere la dignità della persona, diffamazioni e discriminazioni di ogni sorta. In caso contrario si passa per il tribunale penale come avviene per tutte le altre discriminazioni etniche.

Ora, rispettando l’iter della Confederazione, la parola spetta alla Camera alta, cioè al Consiglio Degli Stati che possiede il potere di rendere una nuova legge operativa e applicata su tutto il suolo nazionale.

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