Il 15 settembre 2006 moriva Oriana Fallaci. Considerata una delle più grandi giornaliste e scrittrici italiane, si è fatta largo in un mondo che fino al suo arrivo era quasi completamente appannaggio maschile. Una donna dal carattere forte, una figura provocatoria e anticonformista, icona della letteratura del secondo Novecento e, in un certo senso, del femminismo. Ed è proprio per questo che c’è chi la ama, ma anche chi la odia.

Quello che è fuori discussione, però, è il suo talento e la sua determinazione nel raccontare il mondo: dalla guerra del Vietnam al Sessantotto, dal lancio dell’Apollo 11 all’attacco alle Torri Gemelle. Un’esperienza, quella del giornalismo, che l’ha portata in giro per il mondo e le ha permesso di incontrare migliaia di persone diverse e, soprattutto, migliaia di donne. Donne che, negli anni successivi, diventano protagoniste dei suoi libri, primo tra tutti Il sesso inutile. Un reportage in cui racconta le incredibili storie di spose bambine, geishe, dottoresse, matriarche, donne in carriera, madri, figlie, schiave, conosciute durante i suoi viaggi.

“Nel paesi mussulmani nessun uomo ha mai nascosto la faccia sotto un lenzuolo per uscir nelle strade. In Cina nessun uomo ha mai avuto i piedi fasciati e ridotti a sette centimetri di muscoli atrofizzati e di ossa rotte. In Giappone nessun uomo è mai stato lapidato perché la moglie ha scoperto che non era vergine”.

Come dimenticare poi Lettera a un bambino mai nato, lo struggente monologo di una madre che riflette sulla maternità e sull’aborto. Una storia che racchiude temi importanti e controversi, soprattutto se pensiamo che il libro è uscito nel 1975, quando l’aborto in Italia non era consentito dalla legge:

“Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra”.

Ma sono tanti i libri in cui Oriana Fallaci racconta la lotta che le donne devono affrontare per liberarsi da discriminazioni e ingiustizie. Penelope alla guerra è la storia di una donna che non vuole rassegnarsi al ruolo domestico che la società le impone (come una Penelope costretta a tessere la tela in attesa del ritorno di Ulisse) e che si mette in viaggio per trovare la sua indipendenza. In Se nascerai donna raccoglie interviste a personaggi femminili incontrati durante i suoi innumerevoli viaggi: dalle star di Hollywood a protagoniste del movimento femminista degli Anni ’70, da Coco Chanel a Indira Gandhi.

Fino ad arrivare alle polemiche sollevate negli ultimi anni della sua vita a causa delle sue convinzioni politiche e delle sue idee riguardo all’Islam, che esprime senza mezzi termini. “Vi sono donne nel mondo che ancora oggi vivono dietro la nebbia fitta di un velo come attraverso le sbarre di una prigione”, scrive la giornalista in Le radici dell’odio. La mia verità sull’Islam. Una raccolta di tutti i suoi articoli sull’argomento, scritti nel corso della sua intera carriera, in cui riflette sulla condizione femminili nei Paesi musulmani.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!