Il padre non versa l'assegno di mantenimento. La Cassazione: "Devono pagare i nonni"

La vicenda del mantenimento dei figli, se il padre non versa l’assegno di mantenimento, si discute da anni. Tutto era iniziato nel 2010, quando il tribunale di Velletri aveva imposto a dei nonni paterni di mantenere il nipote contribuendo all’assegno, che avrebbe dovuto versare il padre, separato dalla madre del bambino.

Nel 2010, quando il caso era agli inizi, il padre viveva con i genitori e il giudice, come riporta la stampa, aveva imposto ai nonni di versare 200 dei 350 euro stabiliti per l’assegno di mantenimento del bambino, mentre i genitori erano in fase di separazione.

I nonni avevano provato a fare ricorso in appello, ma avevano perso, in quanto la madre del bambino, ormai adolescente, era in condizioni economiche avverse che non erano migliorate nel tempo, anche perché crescendo il ragazzo, ora 17enne, aveva esigenze più costose.

Inoltre, la nonna paterna, dopo la morte del marito, aveva anche ereditato un notevole patrimonio, mentre il padre del ragazzo aveva rinunciato alla sua eredità.

Nonostante l’incremento del suo patrimonio e le condizioni sfavorevoli della madre del ragazzo, la nonna paterna si era ancora una volta appellata alla Cassazione per essere esonerata dall’obbligo del mantenimento del nipote.

La Cassazione, però, aveva confermato l’obbligo della nonna paterna, in quanto l’onere “grava proporzionalmente su tutti gli ascendenti di pari grado indipendentemente da chi sia il genitore che ha creato l’insorgenza dello stato di insufficienza economica”.

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La nonna paterna, infine, aveva provato a chiamare in causa la nonna materna, per far sì che anche lei si occupasse del nipote, ma ancora una volta i giudici le avevano dato torto.

Adesso i giudici di Piazza Cavour hanno deciso di concludere questa lunga vicenda, dichiarando che le due nonne potranno avviare una terza causa ed essere citate in giudizio, ma nel frattempo la nonna paterna dovrà mantenere il nipote da sola, perché ha chiamato in causa la sua omologa “troppo tardi”.