La prima volta che si è affacciato dalla finestra del Vaticano, appena eletto, ho provato un’emozione unica, come le tantissime persone che da giorni lo aspettavano.  Quello che ho provato era un misto di gioia e serenità che mi ha fatto stare bene, ha riacceso in me la speranza che forse era arrivato il cambiamento, che ormai da tempo, in molti stavano aspettando nei confronti della Chiesa.

Un cambiamento che ha l’aria di ritrovamento, passatemi il termine, dopo la morte di Giovanni Paolo II.

Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, di chiare origini italiane,per l’esattezza astigiane, è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da Mario Josè e mamma Regina. Il giovane Josè  per aiutare in casa, durante il periodo degli studi di perito chimico, lavorava in fabbrica. A 22 anni, nel 1958, è entrato nella Compagnia di Gesù, dove tra studi di filosofia e teologia ha coltivato la passione per la chimica. È il primo sudamericano ad essere eletto al soglio di Pietro, ed anche il primo gesuita a scegliere il nome Francesco, nella storia dei Papi.

È stato ordinato sacerdote nel 1969, arcivescovo di Buenos Aires ne1998, e poi Cardinale da Giovanni Paolo II il 21 Febbraio 2001. La sua austerità in Argentina ha fatto il giro del mondo, soprattutto perchè  si sposta con i mezzi pubblici e viveva in un piccolo appartamento, invece di utilizzare autisti e appartamenti di lusso. Il nuovo Papa credo sia molto più vicino alla gente comune che al lusso della Chiesa: prova è data dal fatto che ha chiesto alle migliaia di argentini che erano pronti a partire alla volta della capitale per festeggiarlo, di devolvere i soldi dei biglietti aerei, ai più poveri. Un aspetto sottolineato anche dalla scelta di presentarsi alla loggia di San Pietro con una croce di ferro e non d’oro, ha rifiutato l’auto di lusso, pagato il conto del suo albergo ed esortato i vescovi ad uscire dai palazzi ed andare nelle periferie, ha detto che la Chiesa senza la croce è una pietosa ong, ha chiesto che i fedeli lo benedicessero, dimezzato la sua scorta e dato un senso all’apostolato.

Il nuovo Pontefice è considerato un moderato riformista, pur non essendo a tutti gli effetti un innovatore. Infatti è molto rigida la sua posizione sui matrimoni omosessuali e l’adozione da parte di coppie gay, scontrandosi con la presidente dell’argentina Cristina Kirchner proprio su questi temi e sulla distribuzione di anticoncezionali e inseminazione artificiale gratuita, ma altrettanto è nota la sua ispirazione alla dottrina gesuita, con la grande attenzione rivolta ai temi sociali e al voto di povertà del clero. La frase che lo contraddistingue è quella di non avere paura della tenerezza :

“Non dobbiamo avere paura della bontà, e neanche della tenerezza”.

Il vero potere è il servizio”.

“Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.

Io credo che forse, siamo ad una svolta importante, con una Chiesa, che probabilmente riuscira’ a ritrovare i vecchi fedeli e trovarne dei nuovi, che hanno bisogno di una guida, che li supporti in un momento cosi’ difficile per la vita di tutti.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!