Patente sospesa perché gay: lo Stato deve risarcirlo con 100 mila euro

Sospesa la patente di guida dopo che alla visita di leva aveva dichiarato di essere omosessuale. Ora i ministeri della Difesa e dei Trasporti, condannati per omofobia, dovranno risarcire Danilo Giuffrida, 35enne di Catania, con una somma pari a 100 mila euro.

Sospesa la patente di guida dopo che alla visita di leva aveva dichiarato di essere omosessuale. Ora i ministeri della Difesa e dei Trasporti, condannati per omofobia, dovranno risarcire Danilo Giuffrida, 35enne di Catania, con una somma pari a 100 mila euro.

A deciderlo la Corte d’appello civile di Palermo, che ha confermato quanto stabilito dai giudici di secondo grado di Catania nell’aprile del 2011, ma riportando il risarcimento danni alla cifra originaria di 100 mila euro (precedentemente ridotto a 20 mila).

Su ricorso dell’avvocato Giuseppe Lipera, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza sull’entità del risarcimento sottolineando la gravità del comportamento dei due ministeri che hanno leso l’identità sessuale di Giuffrida, uno dei diritti costituzionali inviolabili della persona. Secondo i giudici di Palermo, come riporta Repubblica, una “somma inferiore ai 100mila euro n on sarebbe idonea al ristoro dei pregiudizi subiti”.

I due ministeri sono stati condannati dalla Corte d’appello di Palermo a pagare anche le spese processuali sostenute in questi anni da Danilo Giuffrida.

È una vittoria non personale del singolo – spiegano in una nota Giuffrida e Lipera – ma di tutti coloro che ogni giorno sono costretti a sopportare condotte intollerabili che offendono la dignità della persona e dell’individuo, i quali non devono subire discriminazioni in base alle proprie scelte sessuali, specie se tali comportamenti provengono dalle istituzioni pubbliche nell’esercizio delle loro funzioni amministrative. Speriamo che questa sentenza, ma soprattutto quella della Corte di Cassazione – aggiungono – sia un monito non soltanto per le Amministrazioni, ma per qualsiasi rappresentazione della società, sia essa privata o pubblica, in maniera da rendere eguali i diritti della persona e del cittadino, senza subire discriminazioni di nessun tipo, siano esse di genere, siano esse di altra natura, ma sempre di sprezzante riluttanza al nostro senso etico, morale e giuridico.

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