In un’intervista a Repubblica il professor Henry T. Greely, esperto di legge e bioetica dell’Università di Stanford, ha parlato del suo libro da poco pubblicato CRISPR People: The Science and Ethics of Editing Humans, “La fine del sesso e il futuro della riproduzione umana”.

Sarà davvero possibile procreare senza bisogno di fare sesso? Secondo Greely si potrà farlo grazie al CRISPR, acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats. In pratica, si tratta di una famiglia di segmenti di DNA contenenti brevi sequenze ripetute rinvenibili in batteri e archei.

In CRISPR People: The Science and Ethics of Editing Humans, Greely parla della “possibilità di produrre ovociti a partire da cellule della pelle (attraverso la cosiddetta “gametogenesi in vitro”), con la possibilità di avere quindi molti embrioni e poi sceglierli sulla base del loro DNA“, come ha spiegato a Repubblica.

Gli esseri umani, quindi, potrebbero in futuro continuare a fare sesso sebbene non più a scopo riproduttivo. Henry T. Greely ha specificato che, a oggi, utilizzare CRISPR per scopi riproduttivi sarebbe molto pericoloso, in quanto sebbene si conoscano alcuni rischi, se ne ignorano altri.

Se venisse dimostrato, però, che i rischi correlati a CRISPR sono gli stessi che si affrontano nella fecondazione in vitro o in quella spontanea, allora questo metodo potrebbe essere utilizzato con successo.

Una prima prova è già stata condotta da He Jiankui, lo scienziato cinese che avrebbe fatto nascere due gemelline modificate geneticamente. A questo proposito, Greely si è espresso sfavorevolmente: “considero le sue azioni criminalmente incoscienti, ma penso che l’attenzione sulla tecnologia che ha suscitato sia utile a promuoverne un uso più etico”.

Ovviamente, come sempre quando si tratta di questi esperimenti, ci si chiede se modificare il genoma degli embrioni e di conseguenza migliorarne anche lo stato di salute, sia accettabile a livello etico. “É nostro dovere come genitori ‘agire sul destino di qualcuno senza conoscerne appieno le conseguenze’. Ci sono buoni argomenti per scoraggiare l’uso di CRISPR sugli embrioni, ma non credo che questo sia uno di questi”, ha commentato Henry T. Greely a Repubblica.

Certo è che scegliere di utilizzare un determinato metodo di fecondazione è una scelta esclusiva dei genitori, inoltre sarà dovere delle leggi e della società accettare o meno questi cambiamenti che, forse, potranno migliorare il futuro delle nascite.

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