Quasi 3 miliardi di persone giocano ai videogiochi in tutto il mondo e circa il 50% di questi giocatori sono donne. Eppure i personaggi maschili nei videogiochi parlano il doppio di quelli femminili, inclusi i giochi con più protagoniste donne.

A scoprirlo è stato uno studio – il più grande mai condotto relativo ai dialoghi nei videogiochi – pubblicato sul Royal Society Open Science e condotto su oltre 13.000 personaggi. Si è constatato che il 94% presenta questa caratteristica. Parte della colpa è del contenuto dei videogiochi stessi, che hanno maggiori probabilità di avere protagonisti maschi piuttosto che femminili. Inoltre, molti giochi limitano le donne a ruoli stereotipati: la Principessa Peach, un personaggio della serie di videogiochi Super Mario di Nintendo, ad esempio, interpreta spesso il ruolo di una damigella in pericolo.

Studiare il dialogo è un modo per comprendere meglio i pregiudizi di genere. Studi precedenti hanno già dimostrato che la maggior parte dei film e dei programmi TV dedica più dialoghi ai personaggi maschili. E la stessa cosa avviene anche nel mondo dei videogame.

Tuttavia, il pregiudizio non si è verificato solo con i protagonisti: si sono riscontrati gli stessi squilibri nei personaggi secondari. Lo schema persisteva anche quando venivano prese in considerazione le scelte del giocatore riguardanti il ​​genere del protagonista e il dialogo opzionale.

Sebbene sembri che la percentuale di dialoghi femminili stia lentamente aumentando, si è osservato che i personaggi femminili tendono a scusarsi, esitare o essere gentili, il che perpetua gli stereotipi sul comportamento basato sul genere. Lo studio non si è potuto concentrare sull’analisi dei dialoghi di persone non binare o di altro genere, poiché c’erano pochissimi personaggi appartenenti a queste categorie. Un fatto, di per sé, già rivelatore.

Come attuare un cambiamento

Contrariamente a quanto si può pensare, assegnare più battute ai personaggi femminili non garantisce una migliore rappresentanza di genere. Nel recente remake di Final Fantasy VII, il personaggio femminile Jessie ha dieci volte più dialoghi rispetto all’originale. Tuttavia, la maggior parte del tempo lo trascorre flirtando con il protagonista.

Una possibile soluzione potrebbe essere il gender flipping, che consiste nello scrivere personaggi di un genere e poi cambiarli durante lo sviluppo della storia. Come nel caso di Fang di Final Fantasy XIII, che all’inizio era un uomo e alla fine è diventato donna.

Molto resta da fare in questo campo, soprattutto per quanto riguarda lo studio dei caratteri non binari e degli stereotipi dannosi del comportamento maschile (ad esempio, che i lavori pericolosi siano sempre assegnati agli uomini).

A tutto ciò, inoltre, si aggiunge il fatto che le giocatrici riferiscano spesso di aver subito abusi sessisti online.

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