Ragazza incinta sfregia l'ex con acido muriatico per vendetta

È successo in provincia di Brescia, al 27enne William di Travagliato che è stato sfregiato dall'ex fidanzata al nono mese di gravidanza e da un suo complice, già fermati con l'accusa di lesioni gravissime. I due hanno già confessato tutto e la mente dietro al piano sarebbe quella della donna, come da lei stesso ammesso.

La ragazza che ha compiuto questo gesto si chiama Elena, ventunenne bresciana, commessa e studentessa universitaria di economia. Lei dice che l’ex fidanzato William la maltrattava, la tradiva ripetutamente, non voleva riconoscere il figlio e che era esasperata dall’anno nero da cui usciva.

Per queste ragioni la ragazza ha deciso di rivolgersi a Dario, 44enne disoccupato e ultrà del Brescia, per punire William ex fidanzato e convivente per un anno e mezzo che aveva deciso di troncare la loro storia. Dopo qualche tentennamento è lei stessa a confessare tutto agli inquirenti:

«L’acido l’ho comprato io qualche giorno prima al supermercato… per dargli una lezione che lasciasse il segno… William diceva di non essere il padre del bimbo e di non volerlo riconoscere»

Gli amici sono allibiti, pensando pure che William, nelle ultime settimane, l’abbia aiutata a traslocare e tinteggiare casa. «È incinta, ha bisogno di aiuto». La relazione si era interrotta a dicembre, certo. E a luglio: «Non so se sono il padre, poi ora esco con un’altra». Sarebbe bastato un test del dna, «ci saremmo presi le nostre responsabilità».

I due complici hanno colto William da dietro, l’hanno colpito alla nuca e steso a terra versandogli addosso quasi un litro di acido muriatico, proprio mentre stava tornando a casa da un’amica che nell’ultimo periodo lo stava ospitando. William, sfigurato, urla come un ossesso, si strappa di dosso i vestiti e raggiunge l’appartamento della ragazza dove si lava e le spiega brevemente cosa è successo prima di perdere i sensi.

Il povero ragazzo finisce in rianimazione a Brescia, dove la prognosi è riservata e le previsioni sul suo futuro nere: ha perso un occhio, l’altro è a rischio, le ustioni coprono il 30 per cento del corpo e sono così profonde da far scuotere la testa ai medici. Vuole gli amici, «dai, fateli entrare, che sarà mai?!»…ma il rischio di infezioni è troppo elevato.

Per lei, ne parlavamo nei giorni scorsi, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mancano circa dieci giorni al parto e trascorrà il periodo successivo alla nascita del piccolo in casa dei nonni. Il complice, Dario B., è invece stato condotto nel carcere di Canton Mombello. Entrambi rischiano fino a 10 anni di carcere.

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