In questi giorni, è accaduto in provincia di Reggio Emilia un fatto che ha suscitato non poca indignazione. Un ragazzo affetto da sindrome di Down aveva acquistato un biglietto d’autobus per recarsi da Canali ad Albinea, comune in cui risiede. Ma sul mezzo di locomozione, dopo aver obliterato il biglietto, ha scoperto dal controllore che l’importo era leggermente inferiore a quello richiesto. Non si conoscono le ragioni dell’errore, può anche darsi che lo sbaglio sia da addebitare a chi ha emesso il biglietto, ma non si hanno elementi a sufficienza, solo ipotesi. Al giovane è stata però comminata una multa di 66 euro ed è stato chiesto di firmare il verbale: una vera e propria impresa per chiunque con il bus in movimento. La vicenda è stata raccontata dalla mamma del ragazzo con un dettagliato post su Facebook.

Abbiamo e stiamo lavorando molto sulla sua autonomia – ha esordito la madre – ed i mezzi di trasporto pubblici, sono fondamentali in questo. A seguito di un episodio molto spiacevole accaduto a Maggio 2015, mio figlio non voleva più prendere il tram. Abbiamo riprovato quest’anno, e le cose stavano andando bene. È giusto e doveroso che mio figlio venga trattato come tutti, anzi, è il nostro obiettivo, ma credo gli si potesse chiedere di acquistare un altro biglietto per differenza, o anche intero, visto che ha cercato di spiegargli che glielo avevano venduto così. Il signore ha invece preferito mortificalo multandolo, e facendogli firmare il verbale, cosa che vi assicuro non è semplice, specialmente su un mezzo in movimento.

Stando al racconto della madre, il giovane è tornato a casa visibilmente scosso e, balbettando, ha spiegato la situazione. Non solo: ha continuato a ripetere di non poter fare nulla perché ha la sindrome di Down e quindi non poter né prendere la patente né prendere l’autobus, perché aveva sbagliato biglietto. Nessuno mai dovrebbe sentirsi così. Il racconto della madre ha stretto il cuore di molte persone e si sono mobilitate anche le autorità. Hanno infatti chiesto scusa i sindaci di Reggio Emilia e Albinea, rispettivamente Luca Vecchi e Nico Giberti. E l’azienda di trasporti, la Seta, ha fatto sapere attraverso il direttore Roberto Badalotti, che annullerà la sanzione comminata al ragazzo.

Questo però non farà tornare indietro le lancette del tempo. La mamma del ragazzo è ferma e decisa nello spiegare le sue ragioni. Ogni madre vorrebbe tutelare il proprio figlio, ma quando cresce è più complicato e il confronto con il mondo esterno può essere scoraggiante. Per questo, ci si deve rivolgere al mondo esterno, senza dare per scontato che i cambiamenti culturali non possano ricevere, di tanto in tanto, un’accelerata.

Nonostante gli entusiasmi per le vittorie olimpiche – scrive ancora la donna – i grandi proclami, le giornate mondiali e nazionali, le foto ed i video più o meno commoventi, è sempre molto avvilente constatare come la diversa abilità esca sconfitta dal confronto con la quotidianità. Dimentichiamo spesso che ognuno dei nostri ragazzi ha un nome ed un cognome, è figlio o figlia, marito, moglie, fratello o sorella con una storia e tanta sensibilità e tenacia nel vivere una vita di grandi sfide a scuola, nello sport, sul lavoro.

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