La società francese che gestisce il servizio pasti nella scuola si è lamentata e così il Comune di Cavenago, in provincia di Monza, sta pensando di mandare i bambini di queste famiglie in una mensa a parte, a pranzare con il cibo preparato dalla mamma e infilato in cartella.
Il caso, raccontato dalla “Stampa”, è nato dopo che due bimbe siriane, di 7 e 9 anni, hanno rischiato di saltare il pranzo proprio perché mamma e papà non avevano pagato il buono mensa. Poi, la società che fornisce i pasti, la multinazionale Sodexo (un fatturato da 16 miliardi e 47 milioni di euro) si è lamentata perché le mancano 23mila euro di rette non pagate (sarebbero 120 su 600 le famiglie che non pagano), arrivando a minacciare di dare ai bambini non in regola un panino vuoto e un succo di frutta. In pratica, la versione moderna del “medievale” pane e acqua.
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D’altra parte, il Comune già versa 22mila euro all’anno per dare una mano alle famiglie che non ce la fanno con i costi della mensa scolastica. Per il secondo figlio la retta scende di 10 centesimi e diminuisce a 3 euro e 69 per il terzo. Le due sorelline siriane hanno due fratelli per cui la famiglia non paga nulla. Che fare di più? D’altra parte alla “Ada Negri” sono 120 su 600 i bambini “fuorilegge”. E i genitori sono arrabbiati neri. C’è una mamma che dice: “Io mio figlio me lo porto a casa. Con 4 euro un pranzo come quello che gli danno a scuola lo prende anche al bar”. E un’altra: “Io sono disoccupata, mio marito in cassa integrazione. Dove li trovo i 150 euro che mi servirebbero per pagare la retta dei miei due figli a scuola?”.
Articolo originale pubblicato il 25 settembre 2012
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