Ricercatori italiani scoprono 17 anticorpi che uccidono il coronavirus

Un team di ricercatori italiani della Fondazione Toscana Life Sciences ha individuato 17 anticorpi monoclonali in grado di neutralizzare il Sars-Cov-2. Si tratta di un primo importantissimo passo verso la realizzazione di un farmaco sicuro

Una delle armi sulle quali gli scienziati nutrono più speranze nella lotta contro il Covid-19 è l’impiego degli anticorpi monoclonali per la realizzazione di un farmaco. Si tratta di immunoglobuline sviluppate in laboratorio in grado di neutralizzare il virus Sars-Cov-2 nelle cellule.

La scorsa settimana aveva fatto molto parlare di sé l’anticorpo, denominato 47D11, individuato da un team di ricercatori olandesi, il quale avrebbe dimostrato non solo una certa efficacia contro il Sars-Cov-2, ma anche di poter rappresentare – potenzialmente – un valido alleato contro altre future malattie emergenti nell’uomo, causate dalla famiglia dei Coronavirus.

Oggi, proprio dal nostro Paese, arrivano nuove e incoraggianti notizie proprio su questo tipo di anticorpi: un team di ricercatori italiani del Laboratorio Monoclonal Antibody Discovery (MAD) della Fondazione Toscana Life Sciences hanno annunciato l’identificazione di ben 17 anticorpi monoclonali in grado di rappresentare una seria minaccia per il nuovo coronavirus. L’importante obiettivo è stato centrato anche grazie alla stretta collaborazione con l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, del laboratorio di analisi chimiche VisMederi Srl, del Dipartimento di Biotecnologie Mediche dell’Università di Siena e dell’Ospedale universitario di Siena.

Per capire come agiscono queste immunoglobuline, bisogna spiegare che Sars-Cov-2 sfrutta una proteina (chiamata proteina S o spike) per poter entrare nelle cellule umane e replicarsi (dando inizio all’infezione). Gli scienziati, grazie all’utilizzo di questi anticorpi in grado di attaccare proprio la proteina S, puntano a bloccare il virus prima che abbia la possibilità di entrare nelle cellule e dare il via alla replicazione virale.

Il team di ricercatori hanno individuato 317 linfociti B in grado di generare anticorpi monoclonali umani capaci di “riconoscere” la proteina S.
Tra questi, 74 hanno dimostrato di poter inibire il legame che viene a crearsi tra il recettore e proteina virale. Di questi, ben 17 sono riusciti a neutralizzare completamente il virus durante i test in provetta. Il prossimo step sarà quello di individuare quelli più efficaci per poter passare alla fase successiva della sperimentazione clinica.

Grazie a questi anticorpi avremo finalmente un farmaco sicuro e efficace per il trattamento dei pazienti infettati in attesa del vaccino.

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