Cosa ci ha insegnato Roald Dahl sul femminismo

Il celebre scrittore è nato a Cardiff il 13 settembre del 1916. Nei suoi libri tanti spunti di riflessione: dalla parità di genere all'emancipazione femminile, fino all'importanza della famiglia, soprattutto quella non convenzionale.

Universi fantastici, personaggi fantasmagorici ed Eroine con la “e” maiuscola. Roald Dhal ci ha insegnato tanto con quei suoi libri per bambini che poi, in realtà, di fanciullesco hanno solo la copertina. Scrittore, sceneggiatore – e anche aviatore – il 13 settembre del 1916 nasceva a Llandaff, distretto a nord di Cardiff.

Sebbene sia stato acclamato dalla critica per i suoi libri per bambini, da La fabbrica di cioccolato agli Sporcelli, Dahl ha scritto molti racconti anche per adulti. Un esempio è Tales of the Unexpected, Storie impreviste in italiano, una grande raccolta di brani in cui il potere femminile diviene un tema centrale. I suoi personaggi hanno tante sfumature, spesso crescono con genitori in qualche modo non convenzionali, – pensiamo a Matilde, da cui è tratto il celebre film – mostrando che le famiglie hanno tutte le forme e le dimensioni.

Sempre la storia di Matilde, poi, tratta sia di emancipazione femminile che di disparità di genere. Matilde è intelligente, indipendente, eppure le viene insegnato che le bambine dovrebbero essere “viste”, non ascoltate. Suo padre non si preoccupa di coinvolgerla nei suoi affari, poiché è “troppo stupida”, e parla invece con suo fratello, chiaramente meno intelligente, solo perché di sesso maschile.

Ne Le streghe, poi, libro molto criticato negli Anni ’80, quando è stato pubblicato, c’è un messaggio molto importante. Le streghe sono coperte di trucco e parrucche, sembrano giovani donne perfettamente normali, ma sotto sono creature malvagie con le intenzioni più crudeli, costrette a fingere per non essere ghettizzate. Sembra quasi che l’autore voglia mettere in luce come la società richieda alle donne di tutto il mondo di essere “sempre carine” per raggiungere il successo e nascondere, invece, la propria essenza se non conforme a quella degli altri.

Ma c’è una rivincita per le eroine di Dahl. In Storie impreviste, l’autore abbatte e ridicolizza i limiti con cui il sesso femminile è dovuto scendere a patti, soprattutto negli Anni ’60, manifestando una sorta di vendetta da parte suoi personaggi femminili: dalla vecchina a cui non è permesso uscire senza il marito alla moglie che attende il coniuge a casa senza fare nulla. La riscoperta della propria libertà, la capacità di credere in sé stesse diventano armi, strumenti che permettono loro di combattere una condizione imposta da una società maschilista. Un messaggio potente sul ruolo delle donne, sull’importanza del femminismo.

E c’è ancora uno spunto di riflessione su cui dovremmo soffermarci. Nelle storie di Dahl non importa chi sei o di che genere sei. Che si tratti di Matilda, di Charlie o Sophie (da Il GGG), l’autore si è sempre concentrato sul fatto che un perdente potesse diventare un eroe. Se sei abbastanza coraggioso, indipendentemente dalla tua famiglia, dal tuo sesso e dalle tue origini puoi sempre raggiungere i tuoi obiettivi.

 

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