Michele Misseri scrive una lettera dal carcere – datata 8 agosto e indirizzata a Monica Arcadio, giornalista di “Pomeriggio Cinque” – in cui torna ad autoaccusarsi dell’omicidio di Sarah Scazzi, la piccola uccisa ad Avetrana nel 2010. Misseri, come saprete, sta scontando in carcere una pena definitiva di 8 anni con l’accusa di occultamento di cadavere (badate bene, non di omicidio) mentre moglie e figlia, Cosima e Sabrina, sono state condannate all’ergastolo.

Nella lettera Michele Misseri ha scritto:

Non sto bene con la mia coscienza. Ho sempre detto che io sono il vero colpevole, non Sabrina e nemmeno Cosima o mio fratello Carmine. Ho visto l’intervista che hanno fatto dal carcere di Taranto, quello che hanno detto è tutto vero. Si vedeva che sono innocenti. Solo io sono tranquillo perché so cosa ho fatto alla piccola Sarah e non sono creduto da nessuno. Sono nelle mani di Dio, solo lui sa se dico la verità.

Michele Misseri in questa lettera ha ribadito la sua colpevolezza: è stato lui e solo lui ad uccidere la piccola Sarah Scazzi. Stando alla sua ricostruzione dei fatti, moglie e figlia non c’entrerebbero nulla con l’omicidio e la giustizia avrebbe sbagliato nel condannarle all’ergastolo. Dichiarazioni a cui i giudici non hanno mai creduto: zio Michele starebbe coprendo le due donne di casa.

Intanto Sabrina Misseri presto potrebbe uscire dal carcere per godere dei permessi premio poiché detenuta modello. I legali delle due hanno già presentato un ricorso alla Corte Europea su presunte irregolarità che si sarebbero verificate proprio durante il processo Scazzi. Il ricorso è stato dichiarato ammissibile: dunque non si può escludere una revisione del processo stesso anche se è ancora troppo presto per fare previsioni.

Un caso, quella della piccola Sarah Scazzi, che all’epoca dei fatti sconvolse l’Italia e che ha visto un’anima innocente vittima di una storia più grande di lei.

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