Dello sciopero generale in tutt’Europa ne abbiam parlato qualche giorno fa.

Tante le storie che son nate da quella giornata, ma il ventunenne Christopher Chiesa e suo padre Giorgio han rubato la scena a tutti, con i loro litigi mediatici. Quotidiani e tg raccontano la vicenda soprannominata “La guerra dei Chiesa”. Il giovane, Christopher, è uno degli studenti arrestati e in seguito rilasciati, durante gli scontri nella Capitale; suo padre, Giorgio, chef di professione è un genitore anomalo forse, che alla notizia dell’arresto del figlio ha chiesto che fosse tenuto in cella più tempo, per dargli una lezione. Strano forse, ma mi permetto di sbilanciarmi e aggiungere anche educativo.

Un conflitto padre e figlio moderno, come direbbero in molti, una storia dei tempi di crisi. Christopher è un figlio di papà come tanti, studente universitario (dopo due anni persi al liceo) mantenuto nell’appartamento a Monte Mario dal padre. Uno che parla di “rivoluzione” che odia la polizia, che vuole l’equità, l’uguaglianza, che si sente anarchico e non può soffrire nemmeno il governo Monti. Peccato però che la conoscenza storica manca: si osanna Pasolini, senza conoscerne la poesia “Io simpatizzavo coi poliziotti”. Figlio della borghesia che aggredisce il proletariato. Il suo profilo facebook riporta frasi di Ulrike Meinhof come: se dai fuoco a una macchina è reato, se ne bruci migliaia è un’azione politica ma quando gli si chiede cosa legge, alza le spalle e finge un vuoto di memoria.

Suo padre Giorgio non sopporta quest’irruenza e quest’irriconoscenza. Avrebbe voluto che il figlio fosse rimasto in carcere più a lungo, per ragionare meglio sulle sue inutili gesta. “Se restano impuniti li glorifichiamo” è la frase di un padre che arriva a dire ciò dopo aver provato molto dolore per l’accaduto, specificando che i suoi sacrifici han sempre fatto in modo che il figlio potesse vivere bene, molto meglio dei poliziotti che quest ultimo ha aggredito.

Padre contro figlio. Rivoluzionari contro conservatori. 

Ma il vero rivoluzionario in questo caso non ha una kefiah al collo ma 50anni di esperienza di vita. 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!