Svolta storica per la ricerca sul cosiddetto “taglia-incolla” del Dna: è stata scoperta, infatti, un’arma di precisione che spara un solo proiettile e uccide il Dna malato. A riportare la notizia è l’agenzia di stampa Ansa.it che riprende la ricerca italiana, pubblicata sulla rivista “Nature Biotechnology”, condotta dal Cibio (Centre for Integrative Biology) dell’Università di Trento. “Abbiamo sviluppato una variante della molecola Crispr/Cas9 più sicura e affidabile di qualunque altra finora descritta che effettua il taglio del Dna soltanto nel punto voluto” ha dichiarato Anna Cereseto del Centro per la biologia integrativa del Cibio e prima autrice dell’articolo.

Una scoperta importantissima poiché l’editing del genoma potrà essere utilizzato per la correzione delle alterazioni presenti come malattie genetiche e tumori. Queste le parole della Cereseto:

“Abbiamo messo a punto un metodo sperimentale attraverso cui otteniamo una molecola davvero precisa nel cambiare il Dna. Si tratta di un enzima di affidabilità assoluta, che effettua il cambiamento soltanto nel punto stabilito”.

Lo studio in questione ha già generato un brevetto che è stato depositato. L’obiettivo del Cibio, adesso, è quello di valorizzarlo generando anche una ricaduta sul territorio trentino. Queste, infine, le parole del direttore del Cibio Alessandro Quattrone:

“L’interesse per questa tecnologia è globale, non è quindi facile trattenerla; stiamo lavorando in molti per partire da casi come questo e fondare il biotech trentino attraendo capitali. È ciò che la nostra Provincia si meriterebbe per aver sempre fortemente creduto nel programma dell’Università che ha generato il Cibio”.

La ricerca è stata svolta al Cibio di Trento e ha coinvolto ben tre unità di ricerca: il Laboratorio di virologia molecolare, con Antonio Casini (primo firmatario dell’articolo), Gianluca Petris, Claudia Montagna, Michele Olivieri, Giordano Reginato, Giulia Maule e Anna Cereseto (senior author e responsabile); il Laboratorio di oncologia computazionale, con Francesca Lorenzin, Alessandro Romanel, Davide Prandi e Francesca Demichelis; il Laboratorio delle reti di trascrizione, con Alberto Inga.

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