Un sogno probabilmente per tutti gli studenti che, finalmente, è divenuto realtà. In fondo, tutte noi abbiamo contato con ansia i giorni che ci dividevano dal diploma di maturità e quindi dalla fine della scuola. C’è chi ha continuato, sperimentando l’università e chi invece, diversamente, si è gettata subito nel mondo del lavoro.

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Forse è proprio per far fronte ad una gioventù, sempre più improntata sul mondo del lavoro, che si è arrivati a pensare alla proposta dei Licei brevi. Non più i soliti 5 anni, ma bensì uno in meno.

Una nuova sperimentazione che partirà dal 2018/2019 ma, già dal 30 settembre di questo anno, tutti i licei che vorranno applicare nel loro percorso formativo questo nuovo progetto potranno presentare la loro proposta ad una valutazione presso la commissione tecnica ministeriale.

La notizia arriva direttamente dal Governo: il decreto, infatti, è stato firmato ad agosto 2017 direttamente dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e prende in esame da 60 fino a 100 scuole.

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Ma cosa cambierà davvero con l’entrata in vigore di questo decreto per Licei brevi?

Come riporta Repubblica tutti i licei e gli istituti tecnici e professionali (statali e non) che vorranno prendere parte a questo progetto, dovranno garantire (attraverso un progetto didattico scritto) che nessun alunno iscritto a questo nuovo percorso quadriennale perderà in alcun modo una sola lezione del monte ore complessivo previsto per il normale percorso di 5 anni.

Inoltre, gli studenti che sceglieranno questo percorso formativo andranno incontro all’insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con la metodologia Clil (ovvero interamente in lingua straniera) a partire dal terzo anno e alla valorizzazione di tecniche di attività laboratoriali insieme all’utilizzo di tecnologie didattiche innovative.

Verranno introdotti nuovi ampliamenti a delle discipline già presenti, fra le quali Diritto e Storia dell’Arte (secondo quanto stabilito dalla Buona scuola) e  l’alternanza scuola-lavoro si svolgerà prevalentemente durante le vacanze estive e nelle pause pasquali e natalizie.
Insomma, a scanso di equivoci, sarà un progetto formativo ben più difficoltoso rispetto ai normali cinque anni.
Inoltre, non sarà un corso aperto a tutti poiché sarà la scuola a dover selezionare (attraverso vari criteri, fra i quali la forte motivazione dell’alunno) gli aspiranti diplomati quadriennali poiché la classe non dovrà superare le 25 unità.

La commissione tecnica ministeriale che valuterà le proposte delle varie scuole dovrà assicurare una distribuzione equa di questo nuovo progetto su tutto il territorio nazionale e in diversi indirizzi formativi.

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