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Sicurezza sui Treni con Vagoni per Sole Donne: Provvedimento Utile o Esilio?
A cura di Raffaella Mora - 18 aprile 2016 alle 10:30

Sappiamo quanta tensione ci possa mettere a volte il fatto di viaggiare in treno da sole o con i nostri bambini al seguito. Accade quando dobbiamo attraversare stazioni di grandi città, note per non essere sempre e solo ben popolate, quando abbiamo con noi Pc, telefono e bagagli vari che potrebbero attrarre lo sguardo di eventuali ladri o quando dobbiamo salire su un treno in orario serale o notturno. Non è il caso di derubricare il problema con l’inflazionata frase “Questa è l’Italia”. Ci sono anche altri Paesi, come la rigorosissima Germania, in cui le donne avvertono la stessa ansia, tanto che la compagnia ferroviaria tedesca Mitteldeutsche Regiobahn ha intrapreso una nuova iniziativa: un vagone riservato a sole donne, separato dal resto del treno e localizzato in prossimità del locale in cui si trovano controllori e operatori del convoglio.
Molti hanno pensato che la nuova direttiva sia conseguente alle molestie di Colonia, quando, nel corso della notte di Capodanno, una novantina di donne sono state molestate sessualmente, stuprate, rapinate e aggredite tra la stazione e il centro della città da un migliaio di uomini ubriachi. La compagnia ferroviaria, tuttavia, ha negato qualsiasi collegamento con gli episodi di quasi quattro mesi fa e ha aggiunto che la misura si rifà ad altre analoghe già attive in Paesi come Egitto, India, Messico, Indonesia o Giappone.
Sui vagoni “rosa” potranno viaggiare le donne con i loro bambini (fino a dieci anni) in un luogo completamente separato da quelli in cui viaggiano gli uomini: la linea coinvolta è quella che collega la città di Lipsia a Chemnitz per garantire i più elevati standard di sicurezza alle donne e ai loro piccoli scongiurando rischi di violenza, molestie e aggressioni. Un intento positivo, quindi, che nondimeno ha suscitato polemiche e perplessità, in primis proprio da parte delle donne.
I movimenti attivi nella difesa dei diritti femminili, infatti, non hanno preso bene il provvedimento della compagnia ferroviaria: ritengono che in questo modo sia il sesso femminile a essere colpevolizzato. In poche parole, l’attenzione non verrebbe concentrata sulle responsabilità maschili, ma si limiterebbe a tracciare una facile scorciatoia togliendo l’oggetto dei desideri dagli sguardi maschili che altrimenti, in linea teorica, sarebbero autorizzati a perpetrare ulteriori violenze. Non solo. Il vagone esclusivamente femminile viene visto da alcune come una sorta di ghetto, sicuro sì, ma che pone donne e bambini in esilio.
C’è anche chi, soprattutto dai banchi della politica, approva però questo tipo di azioni. Il presidente del partito laburista inglese Jeremy Corbyn, per esempio, sottolinea da tempo la necessità di decisioni del genere, utili a contrastare e ridurre le molestie sessuali e le aggressioni nei confronti delle donne.
L’opinione pubblica, dal canto suo, è divisa. C’è chi è d’accordo con i movimenti di difesa dei diritti delle donne, convinto che isolare le donne in un luogo segregato non faccia altro che evidenziarne la condizione di fragilità e quindi di insicurezza, ribadendo di contro che qualsiasi provvedimento andrebbe preso nei confronti degli uomini – responsabili di eventuali reati – e non nei confronti delle vittime, le donne.

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16 febbraio 2018 alle 16:38