Il lockdown e l’isolamento a cui la pandemia da Covid-19 ci ha relegato in diversi periodi dello scorso anno e di quello in corso sta purtroppo provocando un aumento del fenomeno della violenza domestica, di cui sono vittime soprattutto le donne. I dati che ci fornisce Istat ci dicono che nei primi sei mesi del 2020 si è registrato un aumento dei femminicidi rispetto al 2019, passando da 56 a 59, una tendenza purtroppo confermata dalle gravi notizie di cronaca a cui assistiamo ogni giorno e resa ancora più grave dal fatto che gli altri crimini sono in calo.

La convivenza forzata e l’isolamento sociale hanno però al tempo stesso reso maggiormente difficile, se non impossibile, alle persone vittime di violenza o a rischio di abuso denunciare e chiedere aiuto in modo sicuro. È in questo contesto che nasce Signal for Help, un segnale di allarme internazionale che consiste in un semplice gesto a cui le persone in difficoltà possono ricorrere per chiedere aiuto silenziosamente e in modo sicuro durante una videochiamata e permettere alle persone che lo vedono di far scattare l’intervento dei soccorsi. Signal for help è stato inventato e codificato in Canada dalla Canadian Women’s Foundation e consiste nel rivolgere il palmo della mano verso la telecamera o la persona, infilare il pollice nel palmo e piegare le quattro dita della mano sopra il pollice.

Questo è un filmato diffuso dal profilo Instagram della Canadian Women’s Foundation in cui viene mostrato il procedimento: una donna, in presenza del compagno alle sue spalle e collegata via webcam con un’amica, finge di chiedere a quest’ultima una ricetta e, di nascosto, fa il segnale di allarme.

“La donna non sta chiedendo la ricetta per il banana bread”, recita il video, “ma sta vivendo un’esperienza di abuso e sta chiedendo aiuto senza lasciare una traccia verbale o digitale. Punta il palmo verso la camera e metti il pollice verso la mano, chiudi le dita sul palmo”.

In Italia le prime a divulgare la nobile iniziativa sono state  l’associazione Toponomastica femminile e Giuditta Pasotto di Gengle Onlus, l’associazione di volontariato italiana a sostegno dei genitori single e dei loro figli. Pasotto nello specifico ha realizzato un video molto utile in cui spiega nel dettaglio i motivi dell’iniziativa lanciata da Canadian Women’s Foundation e come compiere il gesto e interpretarlo per poter prestare soccorso alle persone che sono in difficoltà.

Questo è quello che l’attivista dice nel video:

Questo semplice gesto silenzioso piò salvare una vita. Vi prego di diffondere, di impararlo e provare a riconoscerlo. È veramente molto importante. In giro per il mondo a causa del lockdown si stanno verificando tantissime casi di violenza domestica e dal Canada è partita un’iniziativa lodevole, ovvero quella di identificare un gesto silenzioso e discreto che possa essere riconosciuto a livello internazionale per segnalare un abuso domestico. Io come Giuditta Pasotto e come gengle mi voglio fare portavoce di questo segnale in Italia. Il gesto è molto semplice: basta alzare la mano con il pollice all’interno e chiudere le 4 dita sul pollice. Può essere ripetuto per esempio in un incontro con più persone per essere visto, se si è con una sola persona, ad esempio con un’amica, può bastare ripeterlo una sola volta. È un piccolo gesto che non solo deve essere conosciuto, ma si dovrà creare ovviamente un protocollo per insegnare alle persone che si dovessero trovare a vedere qualcuno effettuare questo gesto, un protocollo per sapere cosa fare. Sicuramente la prima cosa da fare è chiamare il numero dell’antiviolenza 1522 o avvisare le autorità.

Pasotto spiega poi che il segnale internazionale per segnalare una violenza domestica al momento non è ancora ufficialmente approdato in Italia e invita le persone a condividerlo per poter contribuire alla sua diffusione.

Questo segnale è stato inventato in Canada dalla Canadian Women’s Foundation e ancora in Italia non è approdato, pertanto vi chiedo la massima diffusione non solo di questo video ma proprio della modalità di esecuzione di questo gesto così da poter dare modo a chiunque possa vederlo o abbia bisogno di chiedere aiuto di sapere come fare.

Questo, invece, il messaggio che Pasotto rivolge ai suoi follower a corredo del video:

Questo periodo storico è forse il più difficile che ci siamo trovate a vivere. Siamo iper connessi eppure così distanti. Se avete bisogno di aiuto o se vedete qualcuno che fa questo gesto, vuol dire che ha bisogno di aiuto. Non rimaniamo indifferenti.

Vi mostriamo in chiusura un post esplicativo del profilo Instagram ufficiale di Mujeres nel teatro, un’associazione nata per mettere in contatto le professioniste del teatro e delle arti performative, che mostra le immagini del gesto di allarme con le informazioni utili.

Questo è il messaggio che accompagna le immagini:

Mujeres nel Teatro sostiene la campagna di @womens_funding_network per la diffusione del segnale di aiuto che si sta propagando in tutto il mondo. È importante che anche in Italia si conosca sempre di più. Si mostra il palmo della mano, si piega il pollice all’interno del palmo e poi si chiudono le dita. Se vedete questo segno, fate capire senza parlare che lo avete notato e avvisate subito il centro antiviolenza 1522 o le forze dell’ordine. Un piccolo gesto di condivisione può salvare una vita.

È importante sottolineare che al momento in Italia non esiste nessun protocollo riguardo al gesto ideato da Canadian Women’s Foundation, quello che si può fare dunque, a fronte di un sospetto di violenza o di una segnalazione (con Signal for Help o altre modalità) è rivolgersi al centro antiviolenza 1522 o le forze dell’ordine, che sono professionisti che sapranno qual è il modo migliore di agire in base alle varie situazioni È fondamentale evitare di fare da sé, perché anche con le migliori intenzioni può esserci il rischio di aggravare ulteriormente la situazione.

Il sito ufficiale del 1522 numero antiviolenza e stalking ormai da qualche anno si è trasformato in un sistema di comunicazione multicanale – non solo telefonico – che prevede anche una chat, funzionante anche tramite un’app per dispositivi iOS e Android, e che permette alle persone impossibilitate ad utilizzare il telefono di mettersi in contatto con il servizio: si tratta di una modalità inclusiva indispensabile che consente a persone sorde, afasiche, impossibilitate a parlare o ad esprimersi di rivolgersi al servizio e chiedere aiuto per le persone in difficoltà.

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