Spose bambine: approvata la legge che legalizza le orribili nozze

Il dramma delle spose bambine non si placa, anzi: una legge choc del Bangladesh ha appena approvato il matrimonio con minori di 18 anni, in circostanze "particolari" e per tutelare presunti interessi supremi. Della famiglia, ovviamente. Ma alle bambine, le vere vittime, nessuno pensa.

Niente da fare purtroppo: nonostante gli appelli e le proteste di attivisti e organizzazioni internazionali il Bangladesh ha approvato delle modifiche al Child Marriage Restraint Act, la legge che regolava i matrimoni con minorenni dal 1929, stabilendo che è legale unirsi in matrimonio con ragazze sotto i 18 anni.

Uno sconfortante e doloroso passo indietro per tutti quelli che da anni ormai lottano per riuscire ad abolire questa odiosa pratica tuttora esistente in Paesi come Niger, Repubblica Centrafricana, Ciad, Mali, Guinea, Sud Sudan e Burkina Faso, una decisione scioccante che sembra rispedire la civiltà e la tutela dei diritti umani indietro di almeno duecento anni.

Insieme ai Paesi sopraccitati, lo stato asiatico ha il tragico primato di Paese con il più alto tasso di matrimoni precoci: si stima infatti che ben il 52% delle adolescenti si sposino entro il loro diciottesimo compleanno, il 18% addirittura entro i 15 anni. I dati diventano ancor più preoccupanti nelle zone rurali, dove la percentuale di ragazze sposate prima di diventare maggiorenni raggiunge il 71%, rispetto al 54% delle aree urbane.

Nonostante la vetustà della legge, però, negli ultimi anni la percentuale di spose bambine stava lentamente diminuendo, proprio perché il Child Marriage Restraint Act condannava i matrimoni combinati con minorenni fissando l’età minima per le nozze a 18 per le ragazze e a 21 per gli uomini. Nel 2000, infatti, le minori di 18 anni costrette al matrimonio erano il 65%, mentre il 38% lo facevano prima dei 15 anni, quindi un evidente miglioramento c’era effettivamente stato, seppur si parli sempre di dati allarmanti.  “Grazie”, o meglio a causa di questa modifica, invece, il governo del Paese con il più alto tasso di spose bambine di tutta l’Asia ha stabilito che le minori di 18 anni possono essere date in sposa per volontà della famiglia, “in circostanze particolari e per il loro superiore interesse”.

Quali siano queste circostanze particolari e gli interessi da tutelare non è ben chiaro, e in effetti è proprio questo passaggio della legge a preoccupare maggiormente gli attivisti e le organizzazioni come Human Rights Watch, che si battono per la tutela dei diritti umani. Come sempre, infatti, non viene per nulla presa in considerazione la volontà e l’interesse supremo delle bambine date in sposa, con risultati spesso tragici e bambine che muoiono in seguito ai rapporti sessuali con uomini adulti, come è successo a Rawan.

Poco importa se ogni richiesta dovrà essere sottoposta all’approvazione di un comitato locale e di un tribunale, le situazioni in cui il matrimonio potrà essere consentito passano dalla tutela dell’onore della famiglia o della bambina, da salvaguardare con nozze riparatrici nel caso, ad esempio, di uno stupro, al rappresentare un ovvio rimedio a gravidanze accidentali.

Saranno molti gli opportunisti che potranno approfittare delle carenze di questa legge. Viene preso in considerazione il consenso della famiglia, ma chi si preoccupa invece dell’interesse delle bambine?

Se lo domanda Nur Khan Liton, portavoce della Coalizione che si occupa dei diritti dei bambini in Bangladesh alla CNN. In molte zone del mondo i bambini continuano a essere, tristemente, le vittime di ignoranza e arretratezza culturale, ma spesso purtroppo anche di crimini ben più abietti e crudeli, non tutelati da leggi a dir poco permissive se non dalla totale assenza di legalità, e finiscono col pagare un prezzo davvero troppo alto: a molti di loro viene rubata l’infanzia, a tanti persino la vita.

Sposarsi quando si è così piccole ha un impatto profondo sulla crescita e la salute delle minori – dice Edouard Beigbeder, di Unicef – limitando la possibilità di vivere come bambine. Queste spose sono sottoposte a matrimoni forzati, dato che una o nessuna delle due parti è in grado di esprimere un consenso che sia maturo.

Naturalmente il governo del Bangladesh difende a spada tratta la propria scelta, sostenendo che questa virata non rappresenterà affatto un incentivo gratuito agli stupri di minori; tanto che il legislatore Rebecca Momin, che presiede il Children and Women Affairs’ Committee in Parlamento, ha detto che la nuova legge non è stata ben compresa

Coloro che si oppongono all’idea – ha spiegato – non sono a conoscenza della società di base del Bangladesh. Un bambino nato da una gravidanza indesiderata richiede un’identità in questa società (il che giustificherebbe il matrimonio). Inoltre, le circostanze speciali saranno monitorate e sondate dal giudice e dall’amministrazione locale. Sono sicura che daranno il miglior giudizio prima di concedere il permesso per il matrimonio.

Di diversa opinione è Heather Barr, ricercatrice specializzata in diritti delle donne di Human Rights Watch.

L’attenzione ora deve essere concentrata sul contenimento dei danni causati dalla legalizzazione del matrimonio con bambine – ha detto -. Nulla può cambiare il fatto che questa è una legge distruttiva, ma alcune regolamentazioni sapientemente elaborate possono almeno mitigare i danni per le bambine.

Secondo noi la cosa più importante da fare è non smettere di lottare, affinché questi terribili retaggi storici, sociali e culturali possano venire definitivamente aboliti. Non possiamo abbandonare queste bambine, a cui persino la legge ha voltato le spalle.

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