È Confermato: Starbucks Arriva in Italia (E Stavolta Non è Una Bufala)!

Se ne parlava da anni: "Stavolta è vero", leggevamo, salvo poi trovare una smentita della notizia derubricata allo status di bufala. Ma stavolta, a confermare l'arrivo di Starbucks in Italia, è niente meno che il grande capo di Seattle del colosso del caffè, Howard Schultz. Scopriamo insieme dove e quando potremo gustare il nostro primo Frappuccino italiano!

È una notizia degli ultimissimi minuti che già sta rimbalzando di testata in testata come fosse la pallina di un flipper. Comprensibilmente, del resto, visto che dell’apertura – più spesso presunta che vera – di Starbucks in Italia si parla da mesi, se non da anni. Ma stavolta c’è la conferma e non è una bufala: il colosso americano noto per il Frappuccino, Starbucks appunto, aprirà i battenti nel Bel Paese. Nella capitale meneghina, per l’esattezza e, per essere ancora più precisi, in pieno centro città. Lo conferma il gran capo di Seattle di Starbucks, all’anagrafe Howard Schultz.

A riportare la notizia vergata in prima persona dal giornalista Christian Rocca è Il Sole 24 Ore: racconta come Schultz abbia riunito proprio a Milano amici e partner italiani per spiegare i come i quando e i perché dello sbarco di Starbucks in Italia.

Il taglio del nastro del primo punto vendita a distribuire Frappuccino è fissato per inizio 2017. Sulla posizione esatta il super manager non si sbilancia, ma anticipa che il negozio sarà solo il primo di una serie di “alcuni” Starbucks che arriveranno in sequenza, alla stregua dei vagoni di un treno, in altre città italiane, sempre nel corso del prossimo anno.

Coloro che stanno per gridare all’americanata che offuscherà la secolare cultura enogastronomica italiana potranno stare tranquilli, almeno secondo quando ha fatto trapelare lo stesso Howard Schultz. Pare infatti che il primo Starbucks abbia tutta l’intenzione di rendere omaggio al Bel Paese in cui si insedierà, con tributi ad hoc alla cultura e al cibo italiani, con un bancone affatto simile a quelli che troviamo nei classici caffè italiani pronto per servire una miscela di caffè creata appositamente per soddisfare i gusti del popolo dello Stivale.

Sarà un classico, dinamico ed elegante caffè Starbucks – ha detto Schultz, come riferisce ancora Il Sole 24 Ore – solo che a livello di esperienza, atmosfera e design si noterà subito il profondo rispetto nei confronti del popolo italiano e della sua cultura del caffè.

Naturalmente non abbiamo alcun motivo per credere che le parole di Schultz non siano sincere, ma conoscendo un minimo il mondo del marketing verrebbe da pensare che il suo discorso non sia altro che una strategia furbetta per far digerire anche ai più ostici nei confronti delle novità provenienti da oltreoceano l’apertura di Starbucks, che effettivamente, per come lo conosciamo noi dai nostri viaggi all’estero, di italiano ha poco per non dire nulla.

Eppure Schultz su questo tema rincara la dose:

Starbucks non arriva in Italia con la pretesa di insegnare a tostare il caffè o a preparare e consumare un espresso, bensì arriva con grande umiltà per presentare la sua interpretazione dell’esperienza del caffè: creare senso di comunità, di terzo luogo fra casa e posto di lavoro.

Nulla di più e nulla di meno, insomma, rispetto a ciò che rappresenta per molte di noi il bar preferito. Ad ogni buon conto, dopo tanta attesa, finalmente arriva la conferma dell’agognata – almeno per alcuni – apertura di Starbucks in Italia. Dev’essere un effetto 29 febbraio: dopo l’Oscar a DiCaprio, Starbucks in Italia.

Che ne pensate, amiche? Ci andrete o la notizia vi lascia del tutto indifferenti?

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