Ad aprile 2022 Stefano Tacconi è stato colpito da un aneurisma cerebrale, problema che lo aveva portato a rischiare la vita e da cui ha faticato non poco a riprendersi. Da inizio 2024 l’ex portiere ha preso coraggio ed è tornato a camminare, anche se i momenti difficili ancora non mancano.

Quello che è successo mi ha cambiato. Mi sentivo invincibile, adesso ho preso coscienza dei miei limiti – ha detto in un’intervista a La StampaSono diventato più attento alle cose, la malattia è anche un’opportunità. Ho potuto misurare ancora di più l’amore della mia famiglia, che mi è stata sempre vicino. Anche quando ero in coma e non sentivo niente, loro erano lì, accanto al letto, a parlarmi e a tenermi la mano”.

Il malore che lo ha colpito e che lo ha poi fatto finire in ospedale è avvenuto in maniera improvvisa, mentre si trovava insieme al suo primogenito, Andrea, che ha agito in maniera tempestiva chiamando subito i soccorsi. Lui però non ha molti ricordi di quel momento: “Ricordo solo un fortissimo mal di testa, poi il buio” – ha detto ancora Stefano Tacconi.

La vicinanza della sua famiglia è stata certamente determinante e gli ha dato la forza di non mollare quando sembrava facile farlo, anche se la riabilitazione non è ancora conclusa: “Quando mi sono svegliato ho visto per prima mia moglie Laura e i miei figli. Subito ho sentito il calore della loro vicinanza – ha sottolineato – Le stampelle ci sono ancora e a tratti c’è anche la sedia a rotelle. Ma continuo con forza la fisioterapia per migliorarmi”.

La fede si è rivelata determinante in questo percorso, è lui stesso a riconoscerlo: “Non mi sento più invincibile, ho seguito la luce di Padre Pio. Credo in Dio attraverso mia moglie. È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo dove sono stato ricoverato”.

Ora che il peggio è alle spalle Tacconi riesce a ripensare con maggiore consapevolezza a quanto accaduto, ma ha già in mente un nuovo obiettivo da realizzare, come ha fatto tante volte nel corso della sua carriera: “L’abbiam passata brutta, pensavo di essere immortale e invece dietro l’angolo c’è qualcosa di inaspettato. Meno male che c’era mio figlio (Andrea, ndr.). Quando sono tornato a casa sono stato annaffiato dai miei cani che mi hanno leccato in continuazione. Vorrei tornare allo stadio, ho in programma di andare a vedere Juve-Milan con mio figlio” – ha concluso.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!