La presidente delle suore Micaela Monetti chiede di accogliere le ragazze gender fluid

"C’è un mondo sempre più fluido, bisogna accogliere l’invito che fa il Papa ad ascoltare prima di incasellare e giudicare", le parole della presidente dell’Usmi durante l'intervista per il mensile Donne chiesa mondo.

Suor Micaela Monetti, 67 anni, da poco eletta presidente dell’Unione delle superiori maggiori d’Italia (Usmi), ha rilasciato un’intervista a Donne chiesa mondo, il mensile dell’Osservatore romano, in cui ha parlato della necessità di andare oltre il binarismo di genere e la possibilità di fare coming out per tutte quelle donne che desiderano intraprendere il cammino per diventare suora: “C’è un mondo sempre più fluido, bisogna accogliere l’invito che fa il Papa ad ascoltare prima di incasellare e giudicare”.

Nel corso dell’intervista, anticipata dal Vatican News nell’articolo di venerdì 2 giugno 2023, suor Micaela Monetti si è focalizzata sulle nuove generazioni, lanciando un appello con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo clericale al tema della fluidità di genere, ossia la scelta di un individuo di non identificarsi nei generi maschile e femminile: “La questione del gender è un tema che a me sta particolarmente a cuore”, ha esordito la suora, facendo riferimento alle parole di Papa Francesco del 2013, poco dopo il suo arrivo in Vaticano: “Se una persona è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarla?”, aveva dichiarato all’epoca.

Le nuove generazioni, le giovani che si interrogano su una proposta vocazionale, noi le incamminiamo su dei percorsi senza dare particolare attenzione a un’identità di genere consolidata, ma che oggi riceve tante sfide.

La leader dell’Usmi si è concentrata sul fatto che, durante i percorsi di formazione e vocazionali, le ragazze tendono a non dichiarare la loro identità di genere e sessuale per paura di doversi scontrare con gli stereotipi: “In genere, è nel periodo di juniorato che emergono quelle che anche per le formatrici sono delle vere e proprie sorprese: ciò che sembrava certo fino all’altro ieri, non lo è più”.

È un campo che ci sta interpellando con domande forti e certamente disorientanti. Io non ho le risposte, ma è necessario abitare questa realtà e cercare insieme il progetto di Dio (…). Non possiamo bypassare questa realtà, occorre prossimità.

I nostri adolescenti devono trovare nelle nostre consacrate dei punti di riferimento che aiutino nelle domande che si stanno facendo”, ha concluso la presidente, mettendo al centro l’importanza di creare dei veri e propri punti d’appoggio per tutti quei giovani che, durante gli anni dell’adolescenza, vogliano cercare supporto nella Chiesa.

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