Torero di 29 anni ucciso: ora la madre del toro assassino verrà uccisa. I perché e le reazioni della rete

Si chiamava Victor Barrio il matador 29enne ucciso nell'arena questo fine settimana e ora ad essere macellato, oltre al toro che l'ha incornato, sarà anche la madre di quest'ultimo secondo una tradizione spagnola.

Una scia di sangue sta facendo discutere in questi giorni la Spagna e il mondo intero dopo la morte di Victor Barrio, torero deceduto nell’arena durante lo scontro con un toro. A ucciderlo Lorenzo, un esemplare di quattro anni e dal peso di 529 chili. Il torero 29enne, originario di Segovia, si stava esibendo nella Plaza de Toros a Teruel, cittadina a 140 chilometri da Valencia, in occasione della feria diell’Ángel. Fatali le cornate ricevute al petto che hanno perforato i polmoni senza lasciare scampo all’uomo che, nonostante i soccorsi, non è riuscito a sopravvivere. Dopo essere stato trafitto quattro volte al fianco e sul petto dalle corna del toro, Barrio è stato trasportato in infermeria, ma oramai non c’era più nulla da fare.

Era dal 1992 che un torero non moriva nell’arena, quando Manolo Montoliu e Ramon Soto Vargas i due banderilleros, che persero la vita a Siviglia durante una corrida. Nel 1985 invece era morto l’ultimo matador, José ‘El Yiyo’ Cubero, ucciso a soli 21 anni da una cornata al cuore nella piazza di Colmenar Viejo, presso Madrid, proprio mentre stava per uccidere il secondo toro della giornata. La scia di sangue però non sembra destinata a fermarsi con la morte di Victor Barrio e la macellazione di Lorenzo, il toro che l’ha ucciso.

Alla morte infatti è stato destinato anche un altro toro, Lorenza, la madre dell’animale che ha incornato il matador, che secondo tradizione dovrà essere uccisa. Il rituale infatti prevede che quando un toro uccide un matador venga eliminata tutta la sua linea di sangue. Questo significa che la madre del toro verrà macellata anche se non è mai entrata nell’arena né è la responsabile della morte di Victor Barrio. La decisione ha scatenato un acceso dibattito scatenato dal PACMA, il partito per gli animali spagnolo, che ha espresso il suo sdegno sui social, chiedendo di salvare Lorenza dalla morte. Proprio la PACMA ha scritto un lungo messaggio su Facebook e lanciato una petizione per salvare il toro attraverso l’hashtag #salvemosLorenza.

Nessun rituale o tradizione basata su una successione di morti, alimentata dal sangue e dall’odio, può essere buono per una società. C’è solo un modo etico per mettere fine a tutto questo: l’abolizione totale dei festeggiamenti della corrida.

L’hashtag è diventato in breve tempo uno fra i più twittati e riapre ancora una volta in Spagna il dibattito riguardo la legittimità delle corride. Il Paese infatti è da tempo diviso in due: da una parte chi difende le tradizioni e non è disposto ad abbandonarle perché parte del tessuto sociale, dall’altra chi appoggia i diritti degli animali e considera le corride una barbarie.

Durante l’estate sono migliaia gli spettacoli taurini realizzati in tantissime città spagnole. Fra le più famose le corse dei tori, denominate encierros, che ogni anno registrano numerosi feriti e dove, proprio ieri è morto un altro giovane spagnolo di 28 anni colpito al polmone da una cornata mentre partecipava alla manifestazione tenutasi a Pedreguer, vicino Valencia.

Il PACMA riuscirà a salvare Lorenza? Questo non lo sappiamo. Di certo a perdere la vita è stato un ragazzo di 29 anni e, anche se in molti sarebbero pronti a dire che se l’è cercata visto e che per una volta a sacrificarsi non è il toro, non si può gioire di fronte ad una morte così assurda e tragica. Sta di fatto che l’uccisione di Barrio ha scatenato una scia di sangue, umano e non, che forse varrebbe la pena, alla fine, fermare una volta per tutte.

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