Il personale medico e le forze dell’ordine hanno confermato alla stampa che Andrea Papi, runner di 26 anni, è stato ucciso da un orso mentre si allenava in un bosco delle Dolomiti del Brenta.

Andrea Papi, appena laureato in Scienze Motorie, appassionato di corsa in montagna, si stava allenando come sempre nei boschi del versante nord delle Dolomiti del Brenta, nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 aprile, quando un orso lo ha attaccato e ucciso.

A darne conferma le tracce di sangue e di lotta trovate dalle autorità nel cuore del bosco: sulle cortecce sono state trovate macchie di sangue assorbite dal muschio, mentre sul terreno del lungo e ripido pendio c’erano segni evidenti di una lotta. Inoltre, sul ceppo di un larice è stato trovato, incastrato, un ramo tranciato e arrossato, forse un tentativo da parte di Papi di difendersi con un’arma di fortuna.

Chi ha trovato il corpo di Andrea Papi nel cuore della notte, una squadra di oltre 100 persone tra vigili del fuoco, forestali, carabinieri e soccorso alpino, e i dottori non hanno mai avuto dubbi: erano ferite inflitte da un orso. L’autopsia, oggi, ha dato la conferma finale.

Il runner, una volta raggiunto malga Grum, quota 1525 metri, poco prima delle 17.30 aveva inviato alla mamma un video che mostrava l’alpeggio, già privo di neve. La compagna Alessia Gregori e alcuni amici lo stavano aspettando a cena, e hanno dato l’allarme dopo le 19, perché il ragazzo era in ritardo e non rispondeva al telefono.

Le tracce dell’incontro con l’orso”, ha detto alla stampa Fabio Angeli, capo della Forestale di Malè, “partono in località Crocifisso, sotto Pra del Conz, a quota 1200 metri… Tracce di sangue e sottobosco sconvolto proseguono per 150 metri”.

Questa è la prima volta in Italia che un orso aggredisce mortalmente una persona, e in Europa si tratta del quarto caso negli ultimi decenni. In Trentino questa è l’ottava aggressione da parte di orsi contro gli umani in 24 anni, e la prima a risultare fatale.

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha fatto sapere che ordinerà cattura e abbattimento dell’animale, individuato dalle analisi genetiche, una decisione controversa che è osteggiata dai movimenti animalisti, che hanno sottolineato come l’orso sia una specie rigorosamente protetta.

Fabio Angeli ha dichiarato alla stampa: “In Trentino contiamo oggi tra 100 e 120 orsi. L’inverno è stato caldo e senza neve: i maschi sono usciti dal letargo da due mesi, le femmine con i cuccioli temono che li aggrediscano e si nascondono ancora vicino alle tane. Salute degli animali e sicurezza delle persone ormai sono un problema da gestire con decisione”.

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