Tumore alla prostata Gleason 9 con metastasi ossee: cos'è il cancro diagnosticato a Joe Biden

Anche in Italia, il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile, ma soprattutto è spesso asintomatico fino a quando non è a uno stadio già avanzato.

La notizia ha colpito come un fulmine nel cuore della politica americana e dell’opinione pubblica mondiale: Joe Biden ha un tumore alla prostata in stadio avanzato, con metastasi ossee e un punteggio Gleason di 9. L’annuncio è arrivato direttamente dal suo entourage, gettando un’ombra pesante sul futuro politico dell’ex presidente USA.

Ma cosa significa esattamente una diagnosi del genere? Lo abbiamo chiesto agli esperti e abbiamo raccolto le spiegazioni più autorevoli per comprendere la gravità della situazione.

Il tumore alla prostata e il punteggio Gleason

Il punteggio Gleason è un indice utilizzato dai patologi per valutare l’aggressività del tumore alla prostata. Va da 6 (meno aggressivo) a 10 (massima aggressività). Il valore 9, assegnato nel caso di Joe Biden, è tra i più preoccupanti.

Come spiega a Repubblica il professor Bernardo Rocco, Direttore della Clinica Urologica del Policlinico Gemelli di Roma:

Il tumore alla prostata è un felino, può essere un gatto o una tigre. Nella maggior parte dei casi è gatto, nel 5-6% dei casi, che sono particolarmente aggressivi e danno molto più facilmente metastasi, è invece una tigre. E molto spesso la diagnosi si fa solo in presenza di metastasi.

Le metastasi ossee da carcinoma prostatico

La presenza di metastasi ossee indica che il tumore ha già superato i confini della prostata ed è in fase avanzata. È questa la situazione in cui si trova ora Biden, secondo quanto riferito nel comunicato ufficiale.

Le ossa sono la sede più comune delle metastasi da carcinoma prostatico, come conferma Rocco

Sono le più comuni, sì. Raramente vediamo metastasi polmonari o cerebrali.

Queste metastasi, fortunatamente, non sono di tipo osteolitico (che distruggono l’osso), ma osteoaddensanti, cioè rendono l’osso più denso:

Quello che è importante, però, è vedere dove sono localizzate perché se sono in zone pericolose – come la zona cervicale – c’è il rischio frattura con possibile immobilità del paziente.

Tumore prostatico metastatico: terapie possibili e limiti della cura

Per i pazienti con tumore prostatico metastatico ad alto Gleason, la terapia ormonale è il primo passo, ma spesso non basta nel lungo periodo.

Nei pazienti molto anziani, come Biden (82 anni), le opzioni terapeutiche sono inevitabilmente più limitate:

“In un paziente molto anziano, è probabile che non si valuti la chemioterapia, ma una terapia ormonale di secondo livello, una target therapy o anche qualche protocollo sperimentale.”

Tumore alla prostata: chi colpisce?

Come riportato da MSD Manual – Tumore della prostata:

Negli Stati Uniti, il tumore della prostata è il tumore maschile più frequente e rappresenta 1 delle cause più comuni di decesso per cancro nell’uomo. Ogni anno vengono diagnosticati oltre 299.010 nuovi casi e circa 35.250 uomini muoiono a causa del tumore della prostata (stime del 2024). La probabilità di sviluppare questo tipo di tumore aumenta con l’età.

Secondo AIRC:

In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime relative all’anno 2020 parlano di 36.074 nuovi casi l’anno a livello nazionale

Sintomi del tumore alla prostata

Il tumore della prostata di solito è asintomatico finché non raggiunge uno stadio avanzato.

In genere, i sintomi più comuni:

  • minzione difficoltosa,
  • urgenza o frequenza minzionale,
  • sangue nelle urine,

non si manifestano finché il tumore non diventa talmente grande da comprimere l’uretra e bloccare parzialmente il flusso di urina.

A volte addirittura quando il tumore di è già diffuso e quini metastatizzato. Da qui l’importanza di fare prevenzione per il tumore alla prostata.

Screening della prostata: l’importanza della prevenzione in Italia

Nonostante il fatto che si tratti di un tumore silente, in Italia non esiste un programma di screening nazionale, al contrario di quanto accade per altri tipi di tumore, ma viene proposto solo in alcune regioni.

La diagnosi di tumore alla prostata si ottiene tramite:

  • Esami del sangue di screening (con o senza esplorazione rettale digitale [ERD])

  • Biopsia

  • Esami di diagnostica per immagini

I controlli sono consigliati a partire dai 40-45 anni di età, con particolare attenzione per i soggetti con familiarità.

Il caso di Joe Biden

Il caso di Joe Biden riporta al centro dell’attenzione un nemico spesso invisibile, ma insidioso. Se da un lato l’età avanzata e le metastasi riducono le possibilità di guarigione, dall’altro la scienza ha fatto enormi progressi nel controllo della malattia e nella qualità della vita.

Biden, per ora, sta rispondendo alla terapia. La sua battaglia sarà lunga e complessa. E sarà anche, inevitabilmente, sotto gli occhi del mondo.

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